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IL CASO MARGHERA - BOMBA CHIMICA AL FOSGENE

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 21:33
28/03/2006 17:40
 
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Da Mario 17/10/05
Ho saputo che a Marghera si trova un serbatoio, vecchio e non ben
mantenuto contenente 17 tonnellate di FOSGENE.
La protezione civile ritiene che sia l'emergenza più grave in
Italia, supera addirittura il rischio-Vesuvio, è stato detto che le
vittime sarebbero di più dell'eventuale esplosione del vulcano.
Non si può far nulla, il serbatoio è di una ditta americana che non
vuole smettere di utilizzare questo gas.
Nel 2002 un incendio scoppiato a pochi metri ha rischiato di farlo
esplodere.


www.margheraonline.it
qui c'è la cartina delle città eventualmente devastate.....
_____________________________________________________________________
_____________________
FOSGENE
CARATTERISTICHE:
? Gas incolore con odore di fieno muffito
? Facilmente infiammabile
? Altamente tossico per inalazione
? Ustionante
APPLICAZIONI:
? Aggressivo chimico
? Coloranti
? Composti farmaceutici
? Profumi
? Decolorante
MISURE DI PRONTO SOCCORSO:
? Dopo contatto con gli occhi: Lavare subito con acqua corrente per
almeno 15 minuti. Chiedere l'intervento del medico.
? Dopo inalazione: Aria fresca. Se necessario applicare la
respirazione bocca a bocca o praticare la respirazione artificiale
con l'ossigenoterapia.
? Dopo contatto con la pelle. Togliere immediatamente gli indumenti
contaminati. Lavare subito le parti con acqua e sapone neutro. Nei
casi gravi trasferire d'urgenza in ospedale
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE:
Dopo inalazione: irritazioni delle mucose, tosse e dispnea. Danni
all'apparato respiratorio. Edema polmonare.
Dopo contatto con la pelle e con gli occhi: ustioni.
Possibili sintomi: nausea, vomito, dispnea, morte.
TOSSICITÀ ACUTA:
dose letale per inalazione: 0.084mg/l/30min (ratto)
dose letale per inalazione: 50ppm(V)/5min (uomo)
25ppm(V)/30min (uomo)
TOSSICITÀ SUBACUTA O CRONICA: Non esistono dati sulla proprietà
cancerogena.
INFORMAZIONI ECOLOGICHE:
Informazioni sugli effetti ecotossici di questo prodotto non sono
disponibili.
Non permettere il contatto con fonti di acqua potabile, acque di
scarico o suolo!


............................ Pace ...................




Ho firmato la petizione online, la diffondo - Rita





Le nostre lettere a Rai Report e Striscia


Da: rita.filippo@email.it [mailto:rita.filippo@email.it]
Inviato: giovedì 3 novembre 2005 20.06
A: Redazione report Striscia la Notizia

Oggetto: Messaggio dal sito: Il fosgene a Marghera[AUTORIZZA]


Nome: Rita
Cognome: Filippo

A Marghera (Ve) si trova un serbatoio, vecchio e non ben mantenuto
contenente 17 tonnellate di FOSGENE. La protezione civile ritiene
che sia
l'emergenza più grave in Italia, supera addirittura il "rischio
Vesuvio",
è stato detto che le vittime sarebbero di più dell'eventuale
esplosione
del vulcano. Non si può far nulla, il serbatoio è di una ditta
americana
che non vuole smettere di utilizzare questo gas. Nel 2002 un
incendio
scoppiato a pochi metri ha rischiato di farlo esplodere.
L'Assemblea Permanente per la rimozione del serbatoio si riunisce
ogni
mercoledì sera nella Sala Municipale di Marghera, sin dalla
settimana dopo
il grave incidente avvenuto a pochi metri dal serbatoio di fosgene
all'impianto TDI di Dow Chemical il 28 novembre 2002 (il fosgene è
mortale
per inalazione anche solo in poche parti per milione). Sito web di
riferimento: www.margheraonline.it.





DOW CHEMICAL

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti come noi cerchiamo di far sì che i nostri debitori compaiano dinanzi alla giustizia."



Il fosgene è un veleno particolarmente insidioso, perché non provoca effetti immediati. In genere, i sintomi si manifestano tra le 24 e le 72 ore dopo l'esposizione. Combinandosi con l'acqua contenuta nei tessuti del tratto respiratorio, il fosgene si decompone in anidride carbonica e acido cloridrico; quest'ultimo dissolve le membrane delle cellule esposte causando il riempimento delle vie respiratorie di liquido. La morte sopraggiunge per combinazione di emorragie interne, shock e insufficienza respiratoria. A differenza di altri gas nervini, il fosgene non viene assorbito attraverso la pelle, il suo effetto si produce solo per inalazione.
________________________________________________________________

BHOPAL

A mezzanotte del 2 dicembre del 1984, nella fabbrica di pesticidi della Union Carbide a Bhopal, in India, ci fu una fuga di 27 tonnellate di gas letali che uccisero subito circa 8.000 persone e ne avvelenarono altre migliaia.
Oggi a Bhopal, almeno 150.000 persone, compresi i figli con genitori che sono sopravvissuti alla catastrofe, lamentano effetti sulla loro salute collegati all'esposizione ai gas, come cancro, danni al sistema nervoso, cicli mestruali irregolari e malattie mentali.
Più di 20.000 persone non hanno altra scelta che bere acqua con livelli pericolosi di mercurio, tetracloruro di carbonio ed altri contaminanti organici stabili e metalli pesanti.
Attivisti da tutto il mondo -fra cui esperti in diritti umani, in materie legali, in salute ambientale ed altre aree- si mobiliteranno nelle prossime due settimane per chiedere che la Dow Chemical, attuale proprietaria della Union Carbide, risponda dei propri atti.
Eccoci qui, 20 anni dopo la catastrofe, e l'azienda responsabile di questo disastro ed i suoi dirigenti continuano a sottrarsi alla giustizia. La Union Carbide ed il suo ex presidente, Warren Andersen, furono accusati di omicidio per i morti di Bhopal, però si rifiutano di comparire di fronte ai tribunali indiani.
Si stanno organizzando numerose azioni in tutto il mondo per commemorare il XX° anniversario, come la pubblicazione del documento di accuse contro la Dow, in formato libro, di Doyle.
Doyle ha preso il titolo del suo libro, "i Nostri Debitori", dal Padre Nostro: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e perdona i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori..."
Abbiamo domandato a Doyle se stava chiedendo all'umanità - alle persone che sono state contaminate dalle sostanze chimiche della Dow- che perdonasse la Dow come debitore.
"Assolutamente no" ha detto Doyle. "Con l'espressione 'ai nostri debitori' cerco di rendere visibile ciò che è invisibile: cerco di mostrare che ci sono frontiere che le sostanze tossiche violano ogni giorno. Le grandi imprese stanno ottenendo benefici con l'invasione del mio spazio personale, la mia biologia.
Non tengono sotto controllo tutti i loro costi operativi e noi abbiamo a nostro carico le spese degli effetti collaterali in forma di malattie, malesseri, sistema immunitario debilitato, alterazioni nella riproduzione, difetti alla nascita, cancro. Questo non va affatto bene. E' un debito mortale, una violazione imperdonabile che bisogna fermare. E' chiaro che non chiediamo ai consumatori che preghino affinché le imprese siano perdonate: proprio il contrario. Bisogna processarle. Le imprese come la Dow stanno facendo quello che vogliono tutti i giorni con il debito biologico. Ed il libro lo documenta".
In onore dei morti ed i morenti di Bhopal, vi chiediamo che compriate il libro di Doyle. Ogni volta che utilizzate comuni articoli di plastica, pensate alla distruzione. Ogni volta che usate Saran Wrap (in origine un prodotto di Dow), chiedetevi le conseguenze.
E per commemorare il XX° anniversario del crimine di Bhopal, presentiamo 20 cose che bisogna ricordare sulla Dow Chemical, l'azienda attualmente responsabile di Bhopal e latitante.

20 cose da sapere sulla Dow

20) Agente 'Orange'/Napalm. L'erbicida tossico e la gelatina di petrolio utilizzati in Vietnam crearono orrore in giovani e vecchi. Ed un grande agitazione negli Stati Uniti che obbligò la Dow a modificare la propria strategia di pubbliche relazioni.

19) Rocky Flats. Il sito segreto in Colorado della Dow Chemical dal 1952 al 1975, un incubo ambientale per la zona di Denver.

18 ) Carica corporale. Nel marzo del 2001, i Centri per il monitoraggio delle Malattie hanno informato che la maggior parte degli americani hanno livelli rivelabili in sangue ed orina di materiali plastici, pesticidi e metalli esanti.

17) 2,4-D. Un erbicida prodotto dalla Dow Chemical. Continua ad essere impiegato attualmente. Utilizzato per eliminare le erbacce da prati, coltivazioni e campi, percorsi soggetti a diritti di passaggio delle imprese di servizi e linee ferroviarie. Uno dei suoi ingredienti di base è l'agente 'Orange', il defogliante tossico utilizzato in Vietnam. Il 2,4-D è l'erbicida più usato nel mondo.

16) Mercurio. In Canada, la Dow ha prodotto cloro impiegando il metodo delle celle di mercurio dal 1947. Gran parte del mercurio fu riciclato, però se ne riversarono anche quantità significative nell'ambiente in forma di emissioni nell'atmosfera, scarichi nell'acqua, fanghi residuali ed in prodotti finiti. Nel marzo del 1970, i governi di Ontario e Michigan rivelarono livelli elevati di mercurio nei pesci del fiume St. Clair, il lago St. Clair, il fiume Detroit ed il lago Erie. Le autorità statali e locali denunciarono la Dow per inquinamento da mercurio.

15) PER. Percloroetilene, la sostanza pericolosa che si impiega dappertutto per la pulitura a secco. La Dow ha cercato di ostacolare alternative più sicure.

14) 2,4,5 T. Uno degli ingredienti tossici dell'agente 'Orange'. Doyle dice che "La Dow lottò a spada tratta per questo prodotto chimico; insistette in tutti modi possibili di fronte ai tribunali e gli organismi pubblici, a livello statale e federale, per guadagnare più tempo per tale prodotto. Si presentarono ai tribunali dell'Arkansas all'inizio degli anni settanta per mettere in dubbio l'amministratore dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA). Lo fecero per avere altro tempo per commercializzarlo, e ne ricavarono due anni, anche se sembra che la Dow già allora sapesse che tale prodotto era un cattivo agente, che aveva provocato difetti di nascita negli animali da laboratorio, ed anche si stava iniziando a riscontrarlo in quel momento nel grasso corporeo umano. Però fino al 1983 la Dow non smise di fabbricare 2,4,5-T negli Stati Uniti, e fino al 1987 non abbandonò la sua produzione in Nuova Zelanda. E la causa intentata per gli effetti sulla salute del 2,4,5-T continua tuttora".

13) Antisindicalismo. Nel 1967, i sindacati rappresentavano quasi tutti i lavoratori del reparto produzione della Dow. Però, da allora, secondo il Dipartimento per il Commercio dei Metalli della Federazione Americana del Lavoro - Congresso delle Organizzazioni del Lavoro, la Dow intraprese "un'ingiustificabile campagna per sbarazzarsi dei sindacati".

12) Silicone. Ingrediente chiave per i trapianti di seni al silicone, fabbricati da una joint venture di Dow e Corning (Dow Corning). Aumentò le dimensioni nelle donne, però le fece anche ammalare. Le malattie ed il processo continuano.

11) DBCP. Ingrediente attivo tossico del Fumazone, pesticida fabbricato dalla Dow. I medici che sottoposero ad analisi coloro che lavoravano con il DBCP pensarono che avessero fatto la vasectomia: non c'era presenza di sperma.

10) Dursban. Il Chlorpyrifos, un pesticida tossico che si è scoperto avere gli effetti di un agente nervino che denunciò Rachel Carson. Testato anche su prigionieri a New York nel 1971 e nel 1998 in un laboratorio di Lincoln, Nebraska. Sostituì il DDT quando fu proibito nel 1972. E' un campione di vendite. Nel giugno del 2000, la EPA limitò il suo uso.

9) La Dow a Natale. "L'uso di materie plastiche della Dow per l'industria dei giocattoli è generale", si vantava la Dow Chemical in una comunicazione interna aziendale nel periodo di Natale, "e ci sono sempre più nostri materiali sotto l'albero e sui tavoli dei compleanni, il che rende molto felici alcuni bambini, alcune aziende di giocattoli e la Dow". Fra le sostanze chimiche impiegate ci sono il polistirene, il polietilene, le resine di copolimero di etilene, le resine di Saran, le resine del PVC o vinili e cellulosa etilica. E felice anno nuovo.

8 ) Il Tittabawassee. Fiume e bacino fluviale contaminati dalla Dow nella sua città natale, a Midland, Michigan.

7) Fiume Brazos, Freeport, Texas. Un titolo del febbraio del 1971 dello Houston Post diceva: "Il fiume Brazos è morto". Nel 1970 e nel 1971, le attività della Dow in quel luogo riversarono più di 17.000 milioni di litri di acque residuali al giorno nel Brazos e nel golfo del Messico.

6) Violazione tossica. Doyle scrive: "La Dow Chemical da quasi un secolo inquina le proprietà ed avvelena le persone, a livello locale ed a livello mondiale - a danno di lavoratori, consumatori, intere comunità ed innocenti passanti - su flora e fauna di ambienti selvatici, su tutto l'ecosistema e sul genoma mondiale. La Dow Chemical deve mettere fine a questa violazione tossica".

5) Esperimenti a Holmesburg. Nel gennaio del 1981, un articolo del Philadelphia Inquirer rivelò che la Dow Chemical aveva pagato un dermatologo dell'Università della Pennsylvania affinchè realizasse dei test con la diossina sui reclusi della Prigione di Holmesburg, di Filadelfia. I test furono effettuati nel 1964 su 70 internati.

4) Morti di lavoratori. La Dow ha una lunga storia di esplosioni ed incendi nei suoi impianti, ben documentati da Doyle nel suo libro. Un esempio: nel maggio del 1979 un'esplosione distrusse gli impianti della Dow Chemical a Pittsburgh, provocando la morte di due lavoratori ed il ferimento di più di 45.

3) Tumori al cervello. Nel 1980, degli investigatori scoprirono che 25 lavoratori degli impianti dell'azienda di Freeport, in Texas, avevano un tumore al cervello, 24 dei quali furono fatali.

2) Saran Wrap. La sottile pellicola di plastica così preziosa per le nostre vite. Prodotta dalla Dow finché i consumatori cominciarono a cercare i prodotti della Dow per boicottarli. Per questa ragione la Dow decise di abbandonare i prodotti al consumo - vendette Saran Wrap - e da allora fabbrica soltanto i prodotti chimici con i quali si realizzano i prodotti al consumo.

1) Bhopal. "Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti come noi cerchiamo di far sì che i nostri debitori compaiano dinanzi alla giustizia."




Andrea De Carlo
(3/11/2005 10:37:58 )
MALANDRINE: la storia del fosgene di Marghera è terribile, avete fatto molto bene a parlarne!

Andrea
(18/11/2005 12:25:51)
MALANDRINE: avete fatto benissimo a scrivere quei dati sulla terribile Dow.










APPELLO AI CITTADINI
PER LA SICUREZZA DELLA CITTÀ DAL PERICOLO CHIMICO
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e cittadine, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, perché è in gioco
il nostro futuro, quello di ognuno di noi e degli altri dopo di noi, dell’intera comunità. L’incidente
del 28 novembre 2002 all’impianto della DOW CHEMICAL ha evidenziato che la vita e la
salute di migliaia di persone è legata alla fortuna, a “come tira il vento”; ma già da tempo
era noto che il territorio veneziano ha il tasso più alto di tumori al fegato in Italia, che
l’aria, l’acqua e la terra sono devastate da un pesantissimo inquinamento.
L’aria la respiriamo tutti, l’acqua è anche nostra, La terra non è solo proprietà delle multinazionali!
Sulla nostra vita e su quella dei nostri figli nessuno può speculare! I difensori di questa chimica
dicono che bisogna difendere questo modello produttivo, per poter mantenere l’occupazione. Ma i
posti di lavoro continuano a diminuire ed i tumori ad aumentare. La nostra città ha già pagato
abbastanza in termini di malattie, morti, devastazione ambientali!
VA RIPENSATA UNA PORTO MARGHERA CHE PROGRESSIVAMENTE
ABBANDONI – COME LE DIRETTIVE EUROPEE IMPONGONO – L’USO DI
TUTTE LE SOSTANZE TOSSICO-NOCIVE, A PARTIRE DAL FOSGENE.
L’Assemblea permanente contro il rischio chimico, sostenuta da 20.000 firme già raccolte contro il
fosgene e per la sicurezza fa un appello a tutti i cittadini:
SABATO 8 MARZO 2003
PREPARIAMO ASSIEME UNA GIORNATA
CONTRO IL RISCHIO CHIMICO,
PER LA SICUREZZA DI TUTTI,
PER LA GARANZIA DEL REDDITO AI LAVORATORI
IMPIEGATI NEL PETROLCHIMICO.
Ognuno di noi può contribuire, con i propri mezzi e la propria fantasia, inviando un
segnale di protesta. L’Assemblea permanente propone alcune azioni collettive - ma se ne
possono inventare anche altre - dedicando solo un poco del proprio tempo:
??SCIOPERO DELL’USO DELLA PLASTICA (per quel giorno l’Assemblea distribuirà
migliaia di sacchetti di carta da usare per la spesa con la scritta NO AL FOSGENE)
??ESPOSIZIONE DI UN TELO O DI UN PEZZO DI STOFFA GIALLO ALLE FINESTRE
O ALLE TERRAZZE
??UTILIZZO DI UN CARTELLO DI PROTESTA O UN DRAPPO GIALLO DA
APPENDERE ALLA BICICLETTA PER CHI LA UTILIZZA NEI VARI SPOSTAMENTI
??CHIUSURA DEI NEGOZI PER 15-30 MINUTI (con esposizione di un cartello di
protesta)
??INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE SUL PROBLEMA DEL RISCHIO CHIMICO
NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO
La maggioranza delle iniziative si concentrerà nella mattinata dell’8 marzo!
Per l’organizzazione della giornata di protesta si può fare riferimento all’Assemblea permanente che
si riunisce tutti i mercoledì alle 20,30 presso il Municipio di Marghera, ai banchetti presenti ai mercati
della città, al sito web www.margheraonline.it e al seguente numero di telefono 0412749393
ASSEMBLEA PERMANENTE DEI CITTADINI CONTRO IL RISCHIO CHIMICO


[Modificato da malandrine 31/03/2006 19.47]

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