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IL CASO MARGHERA - BOMBA CHIMICA AL FOSGENE

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2013 21:33
28/03/2006 17:40
 
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Da Mario 17/10/05
Ho saputo che a Marghera si trova un serbatoio, vecchio e non ben
mantenuto contenente 17 tonnellate di FOSGENE.
La protezione civile ritiene che sia l'emergenza più grave in
Italia, supera addirittura il rischio-Vesuvio, è stato detto che le
vittime sarebbero di più dell'eventuale esplosione del vulcano.
Non si può far nulla, il serbatoio è di una ditta americana che non
vuole smettere di utilizzare questo gas.
Nel 2002 un incendio scoppiato a pochi metri ha rischiato di farlo
esplodere.


www.margheraonline.it
qui c'è la cartina delle città eventualmente devastate.....
_____________________________________________________________________
_____________________
FOSGENE
CARATTERISTICHE:
? Gas incolore con odore di fieno muffito
? Facilmente infiammabile
? Altamente tossico per inalazione
? Ustionante
APPLICAZIONI:
? Aggressivo chimico
? Coloranti
? Composti farmaceutici
? Profumi
? Decolorante
MISURE DI PRONTO SOCCORSO:
? Dopo contatto con gli occhi: Lavare subito con acqua corrente per
almeno 15 minuti. Chiedere l'intervento del medico.
? Dopo inalazione: Aria fresca. Se necessario applicare la
respirazione bocca a bocca o praticare la respirazione artificiale
con l'ossigenoterapia.
? Dopo contatto con la pelle. Togliere immediatamente gli indumenti
contaminati. Lavare subito le parti con acqua e sapone neutro. Nei
casi gravi trasferire d'urgenza in ospedale
INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE:
Dopo inalazione: irritazioni delle mucose, tosse e dispnea. Danni
all'apparato respiratorio. Edema polmonare.
Dopo contatto con la pelle e con gli occhi: ustioni.
Possibili sintomi: nausea, vomito, dispnea, morte.
TOSSICITÀ ACUTA:
dose letale per inalazione: 0.084mg/l/30min (ratto)
dose letale per inalazione: 50ppm(V)/5min (uomo)
25ppm(V)/30min (uomo)
TOSSICITÀ SUBACUTA O CRONICA: Non esistono dati sulla proprietà
cancerogena.
INFORMAZIONI ECOLOGICHE:
Informazioni sugli effetti ecotossici di questo prodotto non sono
disponibili.
Non permettere il contatto con fonti di acqua potabile, acque di
scarico o suolo!


............................ Pace ...................




Ho firmato la petizione online, la diffondo - Rita





Le nostre lettere a Rai Report e Striscia


Da: rita.filippo@email.it [mailto:rita.filippo@email.it]
Inviato: giovedì 3 novembre 2005 20.06
A: Redazione report Striscia la Notizia

Oggetto: Messaggio dal sito: Il fosgene a Marghera[AUTORIZZA]


Nome: Rita
Cognome: Filippo

A Marghera (Ve) si trova un serbatoio, vecchio e non ben mantenuto
contenente 17 tonnellate di FOSGENE. La protezione civile ritiene
che sia
l'emergenza più grave in Italia, supera addirittura il "rischio
Vesuvio",
è stato detto che le vittime sarebbero di più dell'eventuale
esplosione
del vulcano. Non si può far nulla, il serbatoio è di una ditta
americana
che non vuole smettere di utilizzare questo gas. Nel 2002 un
incendio
scoppiato a pochi metri ha rischiato di farlo esplodere.
L'Assemblea Permanente per la rimozione del serbatoio si riunisce
ogni
mercoledì sera nella Sala Municipale di Marghera, sin dalla
settimana dopo
il grave incidente avvenuto a pochi metri dal serbatoio di fosgene
all'impianto TDI di Dow Chemical il 28 novembre 2002 (il fosgene è
mortale
per inalazione anche solo in poche parti per milione). Sito web di
riferimento: www.margheraonline.it.





DOW CHEMICAL

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti come noi cerchiamo di far sì che i nostri debitori compaiano dinanzi alla giustizia."



Il fosgene è un veleno particolarmente insidioso, perché non provoca effetti immediati. In genere, i sintomi si manifestano tra le 24 e le 72 ore dopo l'esposizione. Combinandosi con l'acqua contenuta nei tessuti del tratto respiratorio, il fosgene si decompone in anidride carbonica e acido cloridrico; quest'ultimo dissolve le membrane delle cellule esposte causando il riempimento delle vie respiratorie di liquido. La morte sopraggiunge per combinazione di emorragie interne, shock e insufficienza respiratoria. A differenza di altri gas nervini, il fosgene non viene assorbito attraverso la pelle, il suo effetto si produce solo per inalazione.
________________________________________________________________

BHOPAL

A mezzanotte del 2 dicembre del 1984, nella fabbrica di pesticidi della Union Carbide a Bhopal, in India, ci fu una fuga di 27 tonnellate di gas letali che uccisero subito circa 8.000 persone e ne avvelenarono altre migliaia.
Oggi a Bhopal, almeno 150.000 persone, compresi i figli con genitori che sono sopravvissuti alla catastrofe, lamentano effetti sulla loro salute collegati all'esposizione ai gas, come cancro, danni al sistema nervoso, cicli mestruali irregolari e malattie mentali.
Più di 20.000 persone non hanno altra scelta che bere acqua con livelli pericolosi di mercurio, tetracloruro di carbonio ed altri contaminanti organici stabili e metalli pesanti.
Attivisti da tutto il mondo -fra cui esperti in diritti umani, in materie legali, in salute ambientale ed altre aree- si mobiliteranno nelle prossime due settimane per chiedere che la Dow Chemical, attuale proprietaria della Union Carbide, risponda dei propri atti.
Eccoci qui, 20 anni dopo la catastrofe, e l'azienda responsabile di questo disastro ed i suoi dirigenti continuano a sottrarsi alla giustizia. La Union Carbide ed il suo ex presidente, Warren Andersen, furono accusati di omicidio per i morti di Bhopal, però si rifiutano di comparire di fronte ai tribunali indiani.
Si stanno organizzando numerose azioni in tutto il mondo per commemorare il XX° anniversario, come la pubblicazione del documento di accuse contro la Dow, in formato libro, di Doyle.
Doyle ha preso il titolo del suo libro, "i Nostri Debitori", dal Padre Nostro: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e perdona i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori..."
Abbiamo domandato a Doyle se stava chiedendo all'umanità - alle persone che sono state contaminate dalle sostanze chimiche della Dow- che perdonasse la Dow come debitore.
"Assolutamente no" ha detto Doyle. "Con l'espressione 'ai nostri debitori' cerco di rendere visibile ciò che è invisibile: cerco di mostrare che ci sono frontiere che le sostanze tossiche violano ogni giorno. Le grandi imprese stanno ottenendo benefici con l'invasione del mio spazio personale, la mia biologia.
Non tengono sotto controllo tutti i loro costi operativi e noi abbiamo a nostro carico le spese degli effetti collaterali in forma di malattie, malesseri, sistema immunitario debilitato, alterazioni nella riproduzione, difetti alla nascita, cancro. Questo non va affatto bene. E' un debito mortale, una violazione imperdonabile che bisogna fermare. E' chiaro che non chiediamo ai consumatori che preghino affinché le imprese siano perdonate: proprio il contrario. Bisogna processarle. Le imprese come la Dow stanno facendo quello che vogliono tutti i giorni con il debito biologico. Ed il libro lo documenta".
In onore dei morti ed i morenti di Bhopal, vi chiediamo che compriate il libro di Doyle. Ogni volta che utilizzate comuni articoli di plastica, pensate alla distruzione. Ogni volta che usate Saran Wrap (in origine un prodotto di Dow), chiedetevi le conseguenze.
E per commemorare il XX° anniversario del crimine di Bhopal, presentiamo 20 cose che bisogna ricordare sulla Dow Chemical, l'azienda attualmente responsabile di Bhopal e latitante.

20 cose da sapere sulla Dow

20) Agente 'Orange'/Napalm. L'erbicida tossico e la gelatina di petrolio utilizzati in Vietnam crearono orrore in giovani e vecchi. Ed un grande agitazione negli Stati Uniti che obbligò la Dow a modificare la propria strategia di pubbliche relazioni.

19) Rocky Flats. Il sito segreto in Colorado della Dow Chemical dal 1952 al 1975, un incubo ambientale per la zona di Denver.

18 ) Carica corporale. Nel marzo del 2001, i Centri per il monitoraggio delle Malattie hanno informato che la maggior parte degli americani hanno livelli rivelabili in sangue ed orina di materiali plastici, pesticidi e metalli esanti.

17) 2,4-D. Un erbicida prodotto dalla Dow Chemical. Continua ad essere impiegato attualmente. Utilizzato per eliminare le erbacce da prati, coltivazioni e campi, percorsi soggetti a diritti di passaggio delle imprese di servizi e linee ferroviarie. Uno dei suoi ingredienti di base è l'agente 'Orange', il defogliante tossico utilizzato in Vietnam. Il 2,4-D è l'erbicida più usato nel mondo.

16) Mercurio. In Canada, la Dow ha prodotto cloro impiegando il metodo delle celle di mercurio dal 1947. Gran parte del mercurio fu riciclato, però se ne riversarono anche quantità significative nell'ambiente in forma di emissioni nell'atmosfera, scarichi nell'acqua, fanghi residuali ed in prodotti finiti. Nel marzo del 1970, i governi di Ontario e Michigan rivelarono livelli elevati di mercurio nei pesci del fiume St. Clair, il lago St. Clair, il fiume Detroit ed il lago Erie. Le autorità statali e locali denunciarono la Dow per inquinamento da mercurio.

15) PER. Percloroetilene, la sostanza pericolosa che si impiega dappertutto per la pulitura a secco. La Dow ha cercato di ostacolare alternative più sicure.

14) 2,4,5 T. Uno degli ingredienti tossici dell'agente 'Orange'. Doyle dice che "La Dow lottò a spada tratta per questo prodotto chimico; insistette in tutti modi possibili di fronte ai tribunali e gli organismi pubblici, a livello statale e federale, per guadagnare più tempo per tale prodotto. Si presentarono ai tribunali dell'Arkansas all'inizio degli anni settanta per mettere in dubbio l'amministratore dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA). Lo fecero per avere altro tempo per commercializzarlo, e ne ricavarono due anni, anche se sembra che la Dow già allora sapesse che tale prodotto era un cattivo agente, che aveva provocato difetti di nascita negli animali da laboratorio, ed anche si stava iniziando a riscontrarlo in quel momento nel grasso corporeo umano. Però fino al 1983 la Dow non smise di fabbricare 2,4,5-T negli Stati Uniti, e fino al 1987 non abbandonò la sua produzione in Nuova Zelanda. E la causa intentata per gli effetti sulla salute del 2,4,5-T continua tuttora".

13) Antisindicalismo. Nel 1967, i sindacati rappresentavano quasi tutti i lavoratori del reparto produzione della Dow. Però, da allora, secondo il Dipartimento per il Commercio dei Metalli della Federazione Americana del Lavoro - Congresso delle Organizzazioni del Lavoro, la Dow intraprese "un'ingiustificabile campagna per sbarazzarsi dei sindacati".

12) Silicone. Ingrediente chiave per i trapianti di seni al silicone, fabbricati da una joint venture di Dow e Corning (Dow Corning). Aumentò le dimensioni nelle donne, però le fece anche ammalare. Le malattie ed il processo continuano.

11) DBCP. Ingrediente attivo tossico del Fumazone, pesticida fabbricato dalla Dow. I medici che sottoposero ad analisi coloro che lavoravano con il DBCP pensarono che avessero fatto la vasectomia: non c'era presenza di sperma.

10) Dursban. Il Chlorpyrifos, un pesticida tossico che si è scoperto avere gli effetti di un agente nervino che denunciò Rachel Carson. Testato anche su prigionieri a New York nel 1971 e nel 1998 in un laboratorio di Lincoln, Nebraska. Sostituì il DDT quando fu proibito nel 1972. E' un campione di vendite. Nel giugno del 2000, la EPA limitò il suo uso.

9) La Dow a Natale. "L'uso di materie plastiche della Dow per l'industria dei giocattoli è generale", si vantava la Dow Chemical in una comunicazione interna aziendale nel periodo di Natale, "e ci sono sempre più nostri materiali sotto l'albero e sui tavoli dei compleanni, il che rende molto felici alcuni bambini, alcune aziende di giocattoli e la Dow". Fra le sostanze chimiche impiegate ci sono il polistirene, il polietilene, le resine di copolimero di etilene, le resine di Saran, le resine del PVC o vinili e cellulosa etilica. E felice anno nuovo.

8 ) Il Tittabawassee. Fiume e bacino fluviale contaminati dalla Dow nella sua città natale, a Midland, Michigan.

7) Fiume Brazos, Freeport, Texas. Un titolo del febbraio del 1971 dello Houston Post diceva: "Il fiume Brazos è morto". Nel 1970 e nel 1971, le attività della Dow in quel luogo riversarono più di 17.000 milioni di litri di acque residuali al giorno nel Brazos e nel golfo del Messico.

6) Violazione tossica. Doyle scrive: "La Dow Chemical da quasi un secolo inquina le proprietà ed avvelena le persone, a livello locale ed a livello mondiale - a danno di lavoratori, consumatori, intere comunità ed innocenti passanti - su flora e fauna di ambienti selvatici, su tutto l'ecosistema e sul genoma mondiale. La Dow Chemical deve mettere fine a questa violazione tossica".

5) Esperimenti a Holmesburg. Nel gennaio del 1981, un articolo del Philadelphia Inquirer rivelò che la Dow Chemical aveva pagato un dermatologo dell'Università della Pennsylvania affinchè realizasse dei test con la diossina sui reclusi della Prigione di Holmesburg, di Filadelfia. I test furono effettuati nel 1964 su 70 internati.

4) Morti di lavoratori. La Dow ha una lunga storia di esplosioni ed incendi nei suoi impianti, ben documentati da Doyle nel suo libro. Un esempio: nel maggio del 1979 un'esplosione distrusse gli impianti della Dow Chemical a Pittsburgh, provocando la morte di due lavoratori ed il ferimento di più di 45.

3) Tumori al cervello. Nel 1980, degli investigatori scoprirono che 25 lavoratori degli impianti dell'azienda di Freeport, in Texas, avevano un tumore al cervello, 24 dei quali furono fatali.

2) Saran Wrap. La sottile pellicola di plastica così preziosa per le nostre vite. Prodotta dalla Dow finché i consumatori cominciarono a cercare i prodotti della Dow per boicottarli. Per questa ragione la Dow decise di abbandonare i prodotti al consumo - vendette Saran Wrap - e da allora fabbrica soltanto i prodotti chimici con i quali si realizzano i prodotti al consumo.

1) Bhopal. "Dacci oggi il nostro pane quotidiano e perdona i nostri debiti come noi cerchiamo di far sì che i nostri debitori compaiano dinanzi alla giustizia."




Andrea De Carlo
(3/11/2005 10:37:58 )
MALANDRINE: la storia del fosgene di Marghera è terribile, avete fatto molto bene a parlarne!

Andrea
(18/11/2005 12:25:51)
MALANDRINE: avete fatto benissimo a scrivere quei dati sulla terribile Dow.










APPELLO AI CITTADINI
PER LA SICUREZZA DELLA CITTÀ DAL PERICOLO CHIMICO
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e cittadine, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, perché è in gioco
il nostro futuro, quello di ognuno di noi e degli altri dopo di noi, dell’intera comunità. L’incidente
del 28 novembre 2002 all’impianto della DOW CHEMICAL ha evidenziato che la vita e la
salute di migliaia di persone è legata alla fortuna, a “come tira il vento”; ma già da tempo
era noto che il territorio veneziano ha il tasso più alto di tumori al fegato in Italia, che
l’aria, l’acqua e la terra sono devastate da un pesantissimo inquinamento.
L’aria la respiriamo tutti, l’acqua è anche nostra, La terra non è solo proprietà delle multinazionali!
Sulla nostra vita e su quella dei nostri figli nessuno può speculare! I difensori di questa chimica
dicono che bisogna difendere questo modello produttivo, per poter mantenere l’occupazione. Ma i
posti di lavoro continuano a diminuire ed i tumori ad aumentare. La nostra città ha già pagato
abbastanza in termini di malattie, morti, devastazione ambientali!
VA RIPENSATA UNA PORTO MARGHERA CHE PROGRESSIVAMENTE
ABBANDONI – COME LE DIRETTIVE EUROPEE IMPONGONO – L’USO DI
TUTTE LE SOSTANZE TOSSICO-NOCIVE, A PARTIRE DAL FOSGENE.
L’Assemblea permanente contro il rischio chimico, sostenuta da 20.000 firme già raccolte contro il
fosgene e per la sicurezza fa un appello a tutti i cittadini:
SABATO 8 MARZO 2003
PREPARIAMO ASSIEME UNA GIORNATA
CONTRO IL RISCHIO CHIMICO,
PER LA SICUREZZA DI TUTTI,
PER LA GARANZIA DEL REDDITO AI LAVORATORI
IMPIEGATI NEL PETROLCHIMICO.
Ognuno di noi può contribuire, con i propri mezzi e la propria fantasia, inviando un
segnale di protesta. L’Assemblea permanente propone alcune azioni collettive - ma se ne
possono inventare anche altre - dedicando solo un poco del proprio tempo:
??SCIOPERO DELL’USO DELLA PLASTICA (per quel giorno l’Assemblea distribuirà
migliaia di sacchetti di carta da usare per la spesa con la scritta NO AL FOSGENE)
??ESPOSIZIONE DI UN TELO O DI UN PEZZO DI STOFFA GIALLO ALLE FINESTRE
O ALLE TERRAZZE
??UTILIZZO DI UN CARTELLO DI PROTESTA O UN DRAPPO GIALLO DA
APPENDERE ALLA BICICLETTA PER CHI LA UTILIZZA NEI VARI SPOSTAMENTI
??CHIUSURA DEI NEGOZI PER 15-30 MINUTI (con esposizione di un cartello di
protesta)
??INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE SUL PROBLEMA DEL RISCHIO CHIMICO
NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO
La maggioranza delle iniziative si concentrerà nella mattinata dell’8 marzo!
Per l’organizzazione della giornata di protesta si può fare riferimento all’Assemblea permanente che
si riunisce tutti i mercoledì alle 20,30 presso il Municipio di Marghera, ai banchetti presenti ai mercati
della città, al sito web www.margheraonline.it e al seguente numero di telefono 0412749393
ASSEMBLEA PERMANENTE DEI CITTADINI CONTRO IL RISCHIO CHIMICO


[Modificato da malandrine 31/03/2006 19.47]

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Marghera - Foto


[Modificato da malandrine 31/03/2006 19.19]

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Memoria aggiuntiva
Memoria aggiuntiva
alla richiesta di indizione del Referendum Consultivo contro il Ciclo del Cloro,
a supporto di una maggiore informazione per i Signori Consiglieri del Comune di Venezia.

Edizione di febbraio 2006
Memoria aggiuntiva..............................................................................................................1
Bibliografia.................................................................................................................................2
Premessa.....................................................................................................................................3
Scheda 1 - Il ciclo del cloro (sintesi) ...........................................................................................6
Scheda 2 – Connessioni del ciclo del cloro (approfondimento)..................................................8
Scheda 3 – Un modello produttivo che va messo in discussione ..............................................10
Scheda 4 – L’impatto sulla salute..............................................................................................13
Scheda 5 – Occupazione nell’industria chimica a Porto Marghera...........................................16
Scheda 6 - Rischio chimico e ciclo del cloro ............................................................................18
Scheda 7 – Caratteristiche letali del fosgene.............................................................................20
Scheda 8 – Fosgene e cloro: effetti e misure di pronto soccorso ..............................................22
Contributi a cura di:
Franco Rigosi, Domenico Vianello, Dolores Novello, Paolo Mazzolin, Roberto Trevisan, Anthony
Candiello (che ne ha anche curato l’integrazione complessiva in forma documentale), e di diversi altri
partecipanti dell’
Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico


Memoria aggiuntiva sul referendum (febbraio 2006, per i sigg. Consiglieri Comunali) Pag. 2 di 22
documento a cura dell’Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico
Bibliografia
• “Newsletter” dell’Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico, dalla n.1 di settembre 2003 fino
alla n. 100 di febbraio 2006, disponibili su www.margheraonline.it;
• “Porto Marghera – Trasformazione e prospettive”, a cura di Pierpaolo Favaretto, 2004, Rapporto
presentato nell’ambito della II Conferenza Economica Provinciale Coep2, Coses, con il contributo
della Provincia di Venezia;
• Giancarlo Corò, Fabrizio Cesaroni, Elisabetta Trevisan, Mario Giaccone, “La chimica nella provincia
di Venezia”, 2004, Rapporto presentato nell’ambito della II Conferenza Economica Provinciale
Coep2, Ires Veneto, con il contributo della Provincia di Venezia;
• “Claudio Cogo: un esempio di impegno civico. Scritti 2003-2004, due anni di battaglie con
l’Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico”, a cura di Anthony Candiello, 2005, Comune di
Venezia;
• “La laguna ferita. Uno sguardo alla diossina e agli altri inquinanti organici persistenti (pop) a
Venezia”, a cura di Stefano Guerzoni e Stefano Raccanelli, con il contributo di CNR, Inca, Comune
di Venezia, Provincia di Venezia, Lab Service (BO), 2003, ed. Cafoscarina;
• “Reach - Proposta di Regolamento e di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente
la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche”, 2003, COM
2003 0644 (04);
• Nicoletta Benatelli, Gianni Favarato, Elisio Trevisan, “Processo a Marghera. L’inchiesta sul
Petrolchimico, il cvm e le morti degli operai. Storia di una tragedia umana ed ambientale”,
coordinamento di Franco Rigosi; Associazione Bortolozzo, 2002, Nuova Dimensione;
• “Acqua, terra, aria, valorizzazione o svendita. Raccolta di studi sui crimini alla salute e all’ambiente
nel territorio veneziano”, 2001, Associazione Gabriele Bortolozzo, con il contributo della Provincia
di Venezia;
• Fabrizio Fabbri, “PVC, cosa c’è che non va”, Greenpeace, sezione “Campagna inquinamento”,
disponibile, insieme a molto altro materiale di approfondimento, sul sito www.greenpeace.it;
• Giorgio Nebbia, “Il cloro tra produzione industriale e protezione dell’ambiente”, su “Minerva: Storia,
Epistemologia e Didattica della Chimica, Cultura Scientifica per il Cittadino”, sezione “Chimica &
Ambiente”, disponibile, insieme a molto altro materiale di approfondimento, presso il sito
www.minerva.unito.it;
• “Libro Verde sulle Problematiche ambientali del PVC”, Commissione Europea, 26.7.2000,
COM(2000) 469 (disponibile su: europa.eu.int/comm/environment/waste/pvc/it.pdf);
• Paolo Rabitti, "Cronache dalla chimica, Marghera e le altre" 1998, ed. Cuen.

Memoria aggiuntiva sul referendum (febbraio 2006, per i sigg. Consiglieri Comunali) Pag. 3 di 22
documento a cura dell’Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico
Premessa
Marghera, febbraio 2006
Finalmente la discussione sul futuro di
Porto Marghera approda in Consiglio
Comunale, sotto la spinta forte della
consultazione referendaria. Si tratta
senz’altro di un passaggio importante e
significativo che salutiamo come un ritorno
della politica istituzionale al fare per Porto
Marghera, confermato dal lavorio delle
commissioni e dagli elaborati prodotti in
coordinamento con gli altri Enti. Ci
compiace ricordare che questa nuova
attività consiliare è il risultato anche della
forte pressione dei cittadini, ovvero dell’Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico che, fin
dalla sua costituzione nel lontano novembre 2002, subito dopo l’incidente all’impianto TDI di Dow
Chemicals, ha individuato come centrale un ritorno della politica alla sua più importante
responsabilità di governare la complessità delle relazioni economiche e sociali di Porto Marghera.
Lo ripetiamo da tempo: il ritardo in termini di azione e di decisione politica di questi decenni ha
di fatto permesso un processo nel quale si è compromesso il normale rapporto tra impresa e
territorio. Le aziende proprietarie degli impianti, prive di forti vincoli regolatori, hanno infatti
messo in secondo ordine le primarie esigenze di salute e sicurezza a vantaggio dei soli obiettivi
economici e di profitto a breve termine, causando come conseguenza danni incommensurabili al
territorio veneziano.
Il futuro di Porto Marghera parte da qui, dalla consapevolezza di tutti i soggetti, sia perché
istituzionalmente preposti, sia perché abitanti in questo territorio, che solo un nuovo protagonismo
può porre i necessari presupposti per quel fine comune a cui tutti auspichiamo, ovvero un sistema
produttivo evoluto che generi e mantenga occupazione ed al tempo stesso garantisca un’adeguata
tutela della salute e della sicurezza di cittadini e lavoratori.
La discussione ampia e articolata che si sta producendo in questi mesi grazie alla positiva
partecipazione di tutte le componenti sociali, sindacato, lavoratori, cittadini, istituzioni, se da un lato
è una corretta base di partenza, dall’altro non riesce a delineare un percorso di soluzioni
comprensivo di tutte le richieste delle varie componenti, indice questo di quanto difficile sia
coniugare questi obiettivi in presenza di politiche aziendali attualmente troppo poco sensibili alle
esigenze di sicurezza, salute ed occupazione. La forte ed in alcuni casi intransigente pressione delle
aziende su questa vertenza, l’intrinseca complessità della materia del contendere, l’ampiezza degli
interessi coinvolti, rendono unica e speciale questa vertenza, che va affrontata perciò con strumenti
speciali.
Si rende perciò necessario l’utilizzo di procedure che portino alla condivisione delle decisioni
che in una forte caratterizzazione di “democrazia partecipativa” possano dare un valore aggiunto.
Solo il Referendum Consultivo Comunale garantisce questo obiettivo. Ricordiamo che le scelte
politiche che verranno fatte su Porto Marghera peseranno in modo evidente sulla vita e sulla salute.

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28/03/2006 18:07
 
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28 marzo 2006- lettera alle Iene

Vi riporto di seguito le ultime notizie sul caso DOW Chemical di Marghera, una bomba chimica che potrebbe causare maggiori danni del risveglio del Vesuvio. Mi ero già rivolta a Striscia, ma dopo un primo contatto non ho più avuto risposte. Siamo un gruppo di persone sparse in Italia, ci di volontariato virtuale nel settore ambiente. Alcuni di noi abitano o lavorano nei pressi di Marghera.
Fateci sapere qualcosa. Perché il caso Dow (vedi Bhopal) sembra il segreto di Pulcinella, sta diventando una farsa. Spero che il vostro programma sia davvero libero da condizionamenti di qualsiasi tipo.

Allego il file della Memoria Referendum

Rita Filippo



Incredibile.

Vi alleghiamo tempestivamente l'estratto della notizia, riportata oggi in anteprima dal Corriere Veneto, relativa al parere negativo del Ministero dell'Interno sull'ammissibilità formale del Referendum Consultivo Comunale sul Ciclo del Cloro, allo scopo di allertarvi tutti sulla necessità di mobilitarci immediatamente a difesa del referendum.

Il parere è stato richiesto al Prefetto dai presidenti delle commissioni consiliari competenti, Paolino D'Anna e Giorgio Chinellato, alcuni giorni prima di ricevere la diffida formale da parte della Filcem-Cgil di Venezia (rappresentata dall'avv. Azzalini). Il Prefetto ha quindi inoltrato la richiesta di parere al proprio ministero di afferenza, che ha ratificato tramite le sue due direzioni "autonomie" e "servizi elettorali" la sua conclusione, che il Prefetto a comunicato ieri mattina al Sindaco Massimo Cacciari.

Le valutazioni sull'ammissibilità vengono effettuate dopo oltre un anno dalla consegna delle 12.625 firme, dopo una serie di incomprensibili ritardi formali (lo statuto indica con precisione un mese di tempo per arrivare al voto in consiglio, mentre abbiamo già superato i sei mesi!). Le valutazioni di ammissibilità avrebbero peraltro dovuto essere effettuate alla consegna dei moduli vidimati nel momento della richiesta di indizione nell'autunno 2004, non certo ora - anzi la consegna stessa è la conferma che il referendum era già stato ritenuto in qualche modo ammissibile dagli organi comunali deputati.

Traspare la scarsa autonomia e capacità decisionale dell'amministrazione comunale dimostrata dalla richiesta di indicazioni al governo centrale su decisioni così rilevanti per la salute locale dei cittadini veneziani. Governo che poi decide per tramite del suo ministero dell'interno - non certo ministero competente in termini di salute ed ambiente. In un trasferimento continuo di competenze tra locale e nazionale con il solo scopo di impedire ai cittadini di esprimere la propria opinione sulla permanenza di produzioni di dimostrata pericolosità e dannosità per la salute come quelle del ciclo del cloro. A totale dispregio di un istituto di partecipazione democratica, quale è il referendum, per il quale ne viene garantita l'esecuzione solo ove vi siano immediate ricadute convenienti per i diretti amministratori (leggasi: referendum per la moltiplicazione degli organi amministrativi ...).

Inaudito. Il segnale è estremamente negativo per la tanto decantata democrazia delle nostre istituzioni.

Norme e leggi sembrano totalmente ininfluenti quando ci si avvicina ad un contesto che sembra "intoccabile" come è per il paradigma che vuole Porto Marghera territorio destinato a perpetuare senza limiti temporali né vincoli sulle produzioni rischiose il proprio degrado ambientale e sanitario - degrado cui ovviamente è strettamente collegato quello industriale e produttivo: chi mai vorrà investire in un territorio "marchiato" da rischio chimico ed inquinamento pesante? Provate a leggere più avanti nello "speciale" riportato quanto sviluppo e quanta occupazione si è generata a Tolosa dopo il terribile incidente del 2001.

Trattandosi di un parere, va detto che questo non è vincolante per l'amministrazione comunale, ma è chiaro che tale parere (che ci informano essere molto dettagliato) influenzerà pesantemente le decisioni che dovrà prendere il consiglio comunale per l'indizione del referendum. Ora proveremo in ogni caso a verificare quanto espresso dal ministero, e stabiliremo le prossime azioni da intraprendere - la battaglia non si ferma, metteremo l'amministrazione comunale di fronte alle sue più importanti responsabilità - la tutela della salute dei cittadini.

Alleghiamo alla newsletter la notizia citata e la lettera che specifica relativa alla diffida del sindacato.

Prossimi eventi
Mercoledì 5 aprile, alle ore 21, nell'ambito della consueta Assemblea, sarà presente un regista con i suoi collaboratori per effettuare riprese dell'Assemblea da inserire in un film su Porto Marghera e le battaglie per il rispetto dell'ambiente. Vista la situazione, è però opportuno che in tale occasione ci incontriamo tutti, partecipanti e simpatizzanti dell'Assemblea, per stabilire le modalità con cui reagire a questa grave ingerenza nazionale a discapito della nostra salute.

Verso metà di maggio è invece pianificato un evento organizzato dall'Assemblea di grande richiamo. A breve maggiori informazioni.

Cordiali saluti,

l'Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico

La presente è una newsletter a cadenza generalmente quindicinale trasmessa attualmente a circa cinquecento iscritti. L'Assemblea Permanente si riunisce ogni mercoledì sera nella Sala Municipale di Marghera sin dalla settimana dopo il grave incidente avvenuto a pochi metri dal serbatoio di fosgene all'impianto TDI di Dow Chemical il 28 novembre 2002 (il fosgene è mortale per inalazione anche solo in poche parti per milione). Sito web di riferimento (anche per le iscrizioni): www.margheraonline.it. Per informazioni o altro scrivere a: info@margheraonline.it.

NB: i dati personali utilizzati per l'invio della presente newsletter sono trattati in conformità del D.Lgs.196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali". Nel caso in cui si desideri interrompere il ricevimento della newsletter oppure cambiare l'indirizzo di posta elettronica dove ricevere la newsletter si seguano le istruzioni del fornitore di servizio Domeus riportate in fondo al messaggio.

--------------------------------------------------------------------------------

Vincoli temporali e date del Referendum
(attenzione: il parere negativo del Ministero sull'ammissibilità del Referendum mette tutto in discussione)
Data consegna 12.625 firme al Segretario generale del Comune: 17 febbraio 2005
Data riattivazione procedura per il referendum: 29 settembre 2005
C'è quindi stato un passaggio ulteriore, la trasmissione da parte del Presidente del Consiglio Boraso Comunale al Sindaco, avvenuta il 30/11/2005, che però, leggendo lo statuto, non dovrebbe avere alcuna rilevanza. Nel senso che neppure tale trasmissione è avvenuta entro i trenta giorni indicati sotto, che però dovrebbero essere, da quanto si capisce, trenta giorni per arrivare alla pronuncia del consiglio comunale. Il Segretario Generale del Comune più volte ha evidenziato che tale vincolo temporale dei trenta giorni non è vincolante (nel linguaggio giuridico ciò perché è un vincolo ordinatorio e non perentorio perché non sono indicate le sanzioni nei confronti di un non rispetto delle procedure). D'accordo, ma ci vorrebber maggiore rispetto per i cittadini ...

Lo schema temporale dovrebbe essere il seguente:
proposta promotori --> 30gg (già ampiamente sforati!!! ad oggi sono passati esattamente SEI MESI!!!! ) --> si pronuncia (2/3 richiesto) il consiglio comunale su relazione commissione consiliare --> entro 90gg Sindaco indice referendum --> data entro range di 45gg (quindi dalla delibera del consiglio non oltre 4 mesi e mezzo).

Estratto dal Regolamento comunale
...
Art 9
Sull'ammissibilità della proposta, vista sia sotto il profilo sostanziale, sia sotto il profilo formale in merito alla ritualità della procedura seguita, si pronuncia il Consiglio Comunale entro trenta giorni dalla presentazione della proposta stessa, su relazione del Presidente della Commissione Consiliare competente.
Il presentatore ha facoltà, fino al momento de!la votazione dell'assemblea, di inoltrare ulteriori memorie e note illustrative.

Art. 10
La deliberazione del Consiglio Comunale che indice il referendum consultivo deve essere approvata con il voto favorevole dei 2/3 dei Consiglieri assegnati e deve precisare il quesito, espresso in modo sintetico e di facile interpretazione, da rivolgere agli elettori.
Entro novanta giorni dall'esecutività della deliberazione consiliare, il Sindaco indice il referendum e fissa la data della votazione con propria ordinanza, che deve essere emanata non oltre il quarantacinquesimo giorno antecedente la data della votazione.
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02/04/2006 14:34
 
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Marghera 29/03/06


L’Assemblea Permanente contro il Rischio Chimico, riunitasi a Marghera il 29 Marzo 2006, considera un atto gravissimo il tentativo di delegittimare il Referendum Consultivo Comunale sul Fosgene ed il Ciclo del Cloro.
Il continuo palleggiamento di responsabilità e rinvii tra Consiglio Comunale, Commissioni, Prefettura e Ministero, dimostra solo l’inconfessata volontà di impedire il libero pronunciamento democratico della cittadinanza (anche solo consultivo!) su di un tema così importante quale la propria salute.
Come sulle grandi opere, in cui il Governo impone una scelta dall’alto, anche in questo caso ci si appella a pretestuosi e discutibilissimi veti nazionali, annullando completamente il diritto della popolazione locale di poter decidere del futuro del territorio in cui vive.
Di fronte a questa ingiustizia, l’Amministrazione Comunale deve assumersi le proprie responsabilità, garantendo la partecipazione dei cittadini ad una scelta così importante per la salute e l’ambiente.
Ricordiamo che questo Comune ha visto il ripetersi di ben quattro consultazioni referendarie (separazione Venezia/Mestre), senza che venissero posti cosi tanti ostacoli di natura burocratico/formale, e ricordiamo inoltre che questo referendum prevederebbe una spesa minima, potendo condividere la data con un Referendum nazionale già previsto.
Abbiamo ampiamente dimostrato in diverse sedi, e con serie argomentazioni tecniche, che il quesito referendario, riguardando solo parziali settori della chimica di Marghera, non compromette l’intero sistema produttivo locale, e non influisce in maniera apprezzabile sulla struttura del sistema chimico nazionale e quindi non prevede competenze di carattere specificamente nazionale.
In merito a questo, l’Assemblea Permanente adotterà tutte le iniziative, anche di natura legale, a garanzia della richiesta espressa dai 12.625 firmatari, e continuerà a pretendere il rispetto della democrazia nel far svolgere il Referendum, a tutela dei diritti alla salute ed alla partecipazione democratica di tutta la Popolazione.
L’assurdo interesse economico di parte a mantenere l’attuale situazione, salvo piccoli cambiamenti non sostanziali, è il vero nemico sia della salute che dell’occupazione; la scelta referendaria è il miglior percorso per pretendere che si adottino al più presto progetti di cambiamento mirati a garantire, in ogni caso, l’occupazione stessa.

l'Assemblea Permanente contro il Rischio Chimico

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21/04/2006 15:42
 
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Prossimi eventi

1) (importante!) Mercoledì 26 Aprile alle 15:00 è convocato al Municipio di Mestre un incontro con le commissioni consiliari competenti per la discussione in merito all'ammissibilità del referendum. Vista la sede dell'incontro e l'orario che rende a molti possibile parteciparvi, invitiamo tutti a partecipare numerosi per dare il segnale all'Amministrazione di come la città esiga il rispetto del diritto dei cittadini ad esprimersi su questioni che il riguardano direttamente.
2) La festa annuale dell'Assemblea Permanente già annunciata è stata fissata per il giorno sabato 27 Maggio prossimo, tutto il giorno, in Piazzale Concordia (la "rotonda" in mezzo al mercato) a Marghera. teniamoci liberi!
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21/04/2006 15:43
 
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La sfida di Marghera

Il pensiero dell’uomo ha una diretta corrispondenza nella trasformazione indotta allo spazio che lo circonda. Osservando Porto Marghera, è possibile rilevare le conseguenze di un passato modello industriale nel quale le risorse territoriali ed ambientali venivano considerate talmente prive di valore da inondarle con ogni sorta di inquinanti senza preoccuparsi dell’irreversibilità di tali atti; un modello per il quale persino la salute a lungo termine di lavoratori e residenti non aveva rilevanza.
In considerazione di questa pesante eredità, vivere oggi a Marghera è quasi una sfida. La sfida di emendare questi errori costruendo già oggi e progettando per il domani una nuova realtà per questo martoriato territorio. In questo contesto il grave incidente occorso all’impianto TDI (dove si è sfiorato il disastro) rappresenta un punto di svolta che permette alla città di cogliere una concreta opportunità di cambiamento.
L’incendio sviluppatosi il 28 novembre 2002 a pochi metri dal serbatoio di quindici tonnellate di fosgene (un gas mortale per inalazione anche di poche parti per milione) ha ricordato a tutti i veneziani il terribile significato del termine “rischio chimico”. Le diverse persone che a seguire l’evento si sono conosciute e hanno deciso di intervenire – inizialmente soprattutto per capire, per sapere, per comprendere – hanno rapidamente trasformato quei primi incontri spontanei in un appuntamento fisso, che si tiene al municipio di Marghera ogni mercoledì sera da oltre tre anni.
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21/04/2006 15:44
 
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La consapevolezza

Nasce un fenomeno nuovo, che con il tempo abbiamo denominato Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico, che all’esigenza di autodifesa dal “rischio invisibile” aggiunge approfondimento e informazione, in pieno contrasto con un radicato settarismo corporativo secondo il quale solo gli “addetti ai lavori” possono comprendere le complessità delle produzioni chimiche. L’Assemblea Permanente da una parte esprime novità nei modelli espressivi, nei canali di comunicazione e nella snella modalità auto-organizzata di coordinamento interno. Dall’altra essa integra e si raccorda con le esperienze preesistenti andando a consolidarne un lungo percorso storico di consapevolezza.
Si stringe da subito un forte legame con l’Associazione “Gabriele Bortolozzo”, in memoria del lavoratore che è divenuto il simbolo dell’impegno per la tutela della salute negli ambienti di lavoro, e con i figli che tale associazione portano avanti. Da circa un anno ci affiancano inoltre nel nostro impegno alcuni ex ricercatori Montedison, che la chimica la conoscono bene, a dimostrazione di quanto sia ormai ampio lo spettro di partecipazione nell’Assemblea Permanente, in un processo che non rinnega ma consolida la storia del lavoro di Porto Marghera.
In qualche modo l’eredità “dimenticata” dal sindacato, quella delle lotte per la tutela della salute dei lavoratori degli anni ’70, è pienamente raccolta dall’Assemblea, che si trova spesso in una paradossale situazione di contrapposizione proprio con il sindacato. Come un contenitore, l’Assemblea Permanente dà poi nuova vita a diversi percorsi individuali di impegno precedentemente agito sui temi dell’ambiente e della sicurezza ed accumula progressivamente la memoria del percorso di consapevolezza della città insieme alla conoscenza, anche tecnica, del funzionamento dei processi industriali.
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21/04/2006 15:45
 
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Dalla partecipazione al referendum sul ciclo del cloro

La maturità dei cittadini sui temi del rispetto ambientale e del rischio chimico è risultata evidente quando, portando Marco Paolini a rappresentare lo spettacolo “Bhopal”, l’Assemblea Permanente ha fatto emergere una Marghera mai vista prima, con diecimila persone riunite in Piazza Mercato ad ascoltare in silenzio il racconto di una tragedia lontana nella distanza ma vicina nelle nostre paure.
Ma è il referendum contro il ciclo del cloro lo strumento con il quale l’Assemblea Permanente ha inteso dare voce ai cittadini. La sottoscrizione referendaria ha raccolto 12.625 richieste di indizione da altrettanti cittadini del Comune di Venezia, espressione di una sensibilità ben più allargata; a queste vanno aggiunte le 33.000 firme già raccolte nel corso di due precedenti petizioni informali.
E veniamo all’oggetto del referendum. Se la pericolosità del fosgene è tale da eliminare ogni eventuale obiezione al suo allontanamento, per dare maggiore concretezza al problema connesso alle produzione del ciclo del cloro è utile ricordarne alcune sostanze derivate: ddt, pcb, cfc, cvm, dce, diossine, clorurati organici, inquinanti pop, lo stesso fosgene, sono tutti sottoprodotti del ciclo del cloro ben noti per le conseguenze negative che hanno apportato nei diversi sottosistemi dove sono andati ad incidere (agricoltura, catena alimentare, ozono, eccetera). La superficialità in termini di ordine morale con la quale tali impianti sono stati gestiti nei circa trenta anni di funzionamento è di per sé elemento che dovrebbe imporci una netta chiusura con il passato, decidendone l’allontanamento: l’impatto irreversibile sulla salute dei lavoratori, l’inquinamento persistente di acque e suoli con derivati organici clorurati persistenti (e quindi ineliminabili), l’inquinamento dell’aria che respiriamo, il rischio cui siamo sottoposti sono tutti direttamente collegabili al ciclo del cloro.
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21/04/2006 15:46
 
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Un futuro costruito su nuove premesse

Può sembrare contraddittorio, ma porre dei precisi vincoli agli insediamenti industriali di Porto Marghera è essenziale per garantire una rinascita anche occupazionale ad un territorio che continua inesorabilmente a perdere occupati da oltre trenta anni. La motivazione è evidente: fosgene, rischio chimico, cvm ed inquinamento continuano a caratterizzare negativamente il contesto produttivo, che quindi si mantiene prevalentemente orientato su produzioni ad elevato impatto ambientale a bassa intensità occupazionale, disincentivando nei fatti le produzioni a più elevato valore aggiunto che potrebbero dare concretezza al processo di riconversione. Insistere nella conservazione ad ogni costo delle produzioni di massa chimiche pericolose, disconoscendo i danni che hanno causato e che continuano causare ed il rischio potenziale che comportano non fa che ritardare il necessario processo di evoluzione produttiva ed il correlato recupero del territorio.
Il riferimento monotematico della grande produzione chimica nella quale si è prevalentemente formata la cultura di base della città in questo senso non aiuta. Né aiuta al processo di riavvicinamento in corso tra amministrazione e cittadini sulle questioni prioritarie il controverso e contestabile “parere” del Ministero degli Interni sulla presunta inammissibilità del referendum. Per quanto potrà essere difficile, è però doveroso insistere sulla necessità di un netto cambiamento del modo in cui ci poniamo in relazione con l’ambiente che ci circonda e di conseguenza con noi stessi.

Anthony Candiello,

Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico
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21/04/2006 15:49
 
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La natura è la nostra casa.
In quel territorio vivono, lavorano, studiano, persone a cui tengo moltissimo e, anche se così non fosse, in quel territorio, vivono, lavorano e studiano persone a cui tenere moltissimo. I temi dell'ambiente sono temi che riguardano uomo e natura come un unico organismo. La natura è la nostra casa.

25/04/2006 03:57
 
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desidero????????????evidenZ'IO!?
oltre che a leggere e seguire e sostenere e solidizzare col forum MALANDRINO.Da tempi non sosetti e iniziali ed originali faccio la stessa cosa con quello del T.T. Terzani(oggi clamore-clamoroso-mediatico?forse si stà coprendo un'altra polpetta?). EBBENE 2 cose sono per mè' da rilevare?una che il post di Mario il veneziano di iononio è tra i più postati in numero?ed è già un confortino,mica da poco?assieme a quello della cittadinaza onoraria del TIBET(schifosigattipoliticicinesi) epoi quello del Franzen?del dott.Hamner! e adesso è di questi giorni che (spero?intensamente!)che una delle future malandrine del ns. encomiabile forum la sterlizia-Laura un sognoper domani marchgigiana ha postato il brutto fenomeno arida e pericolosa realtà di Falconara Marittima?è staa una rivelazione vedere che il moderatore e gestore del forum(iper preso-impegnato e vigile pizzardone a grattiss?)ha risposto da subito-immediatamente in maniera evidente!(perchè'?) ha fatto la naia -il militare in quel postaccio e nè ha vissute in diretta delle più angosciose e lo ha subitopostato.............adesso?tocca a noi evidentemente essere all'altezza di questi semplici ma significativi esempi e prendere a cuore di fare un pieno di carburante da tutti escluso alla esso-shell ed API di falconaraMarittima,insomma andiamo u n pò' di più a piedi,come sant'Agostino e sanFrancesco,magari riusciamo a parlare anche con gli uccellini
spero di essere riuscito ad inserirmi a tutti questi messaggi di estremo valore-valenza-validità
03/05/2006 14:25
 
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Editoriale

Un evento storico è avvenuto venerdì scorso a Porto Marghera. Non era mai successo prima. Il Patriarca di Venezia Angelo Scola, nell'ambito della visita pastorale a Marghera e le diverse tappe nella quale si è composta, dopo una serie di incontri con la popolazione e le istituzioni locali, è entrato nel Petrolchimico ed ha visitato gli stabilimenti, dimostrando la volontà di contribuire direttamente per ricomporre in armonia un quadro che vede complicate istanze in varia contrapposizione. Riteniamo opportuno in questo numero dare una completa rassegna sulla visita, tratta dai principali organi di stampa locali (vedasi più avanti lo "speciale"). - Anthony

Prossimi eventi
1. Stasera mercoledì 3 maggio l'Assemblea si trasferisce nell'ambito del Cinefestival, ove vi saranno le prioiezioni dei film candidati al concorso.
2. Il prossimo lunedì 8 Maggio alle ore 9:30, a Ca' Farsetti a Venezia, vi sarà l'ultima audizione delle Commissioni Consiliari congiunte (IX e X), nella quale verrà riportato il parere formale del Segretario Comunale sull'ammissibilità del Referendum. Verrà quindi stabilita la data (che renderemo nota una volta resa nota) per il Consiglio Comunale che dovrà procedere alla decisione finale sull'indizione del Referendum. Sarà quest'ultimo (il Consiglio) il contesto nel quale sarà opportuno essere numerosi per fare sentire all'Amministrazione la voce della città.
3. Ricordiamo la già segnalata festa annuale dell'Assemblea Permanente tutto il giorno di sabato 27 maggio, in Piazzale Concordia (la "rotonda" in mezzo al mercato) a Marghera.
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03/05/2006 14:26
 
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Referendum sulla chimica, il Patriarca chiede a tutti massima chiarezza
Da: "La Nuova Venezia" di Sabato 29 Aprile 2006
La diocesi precisa dopo la storica visita di Scola a Porto Marghera

La chiesa veneziana non dà nessun giudizio sul referendum comunale sulla chimica ma richiama tutti alla concertazione, per un futuro che coniughi diritti del lavoro con sicurezza ed ambiente.
Monsignor Fabio Longoni, responsabile della pastorale del lavoro della diocesi, ha chiarito perché, l’altro ieri, il patriarca Angelo Scola in visita al Petrolchimico non abbia mai nominato la parola referendum, pur entrando nel merito sul tema importante del futuro del polo industriale di Porto Marghera.
La chiesa non indica delle soluzioni precise al problema del futuro dei posti di lavoro e alla necessità di tutelare l’ambiente – ha spiegato monsignor Longoni – ma sostiene il metodo della concertazione, per arrivare ad un “compromesso nobile”, come l’ha chiamato il Patriarca, che permetta di contemperare tutti gli importanti interessi in gioco.
In pratica il responsabile della pastorale del lavoro ha spiegato che le ragioni dell’economia, pur importanti, non debbano mai comportare lesioni ai diritti del lavoratore e dell’ambiente. Ma il Patriarca – ha evidenziato il monsignore – ha anche detto che la concertazione deve avvenire con grande trasparenza da parte di tutti, per cui nessuno si deve nascondere dietro falsi alibi.
Tutti i soggetti interessati, che sono cittadini, lavoratori, istituzioni ed aziende debbono confrontarsi con la massima onestà dicendo chiaramente cosa intendono fare.
Nelle parole di Scola sembra leggersi quasi un atto di accusa nei confronti di alcune aziende del Petrolchimico, che secondo i sindacati si sarebbero nascoste dietro le posizioni del presidente del Veneto Giancarlo Galan per non evitare di investire in nuovi impianti. Non sono in grado di dire – commenta Longoni – se il Patriarca intendesse riferirsi a qualcuno in particolare col suo richiamo alla trasparenza.
(mi.bu.)

[Modificato da malandrine 03/05/2006 14.31]

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03/05/2006 14:26
 
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E gli operai danno del tu al capo della Chiesa veneziana
Da: "La Nuova Venezia" di Sabato 29 Aprile 2006

MARGHERA. Il patriarca Angelo Scola conquista gli operai del Petrolchimico. Il capo della chiesa veneziana è stato più volte applaudito nell’incontro con circa 200 delegati sindacali del polo chimico, che si è tenuto, ieri alle 11, presso il centro di formazione “Gori e Taliercio” di Syndial. I lavoratori hanno ringraziato il vescovo per la sua visita ma hanno anche chiesto aiuto, per superare l’angoscia per la temuta chiusura del polo chimico, che potrebbe portare alla perdita di 5.000 posti di lavoro.
Il Patriarca, dopo l’incontro delle 10 nella sala convegni di Polimeri Europa, con i direttori del Petrolchimico, ha fatto una visita in autobus tra gli impianti ma l’avvenimento più importante è stato il dialogo con gli operai, durato un’ora. Appena sceso dal bus, il vescovo è stato circondato dai lavoratori, che lo volevano salutare.
Il segretario provinciale di Femca-Cisl Gianluca Bianco ha aperto l’incontro dando il benvenuto: Patriarca, siamo orgogliosi di averla qui.
Poi, l’hanno salutato tre rappresentanti delle rsu, due di loro dandogli addirittura del tu.
Un delegato sindacale ha detto: Caro Patriarca, hai scritto sul documento della visita pastorale: “Oggi vengo a casa tua” e noi ti vogliamo ringraziare, perché sei a casa nostra. Scola ha risposto: Un grazie per la vostra presenza e per l’invito, che è partito da voi, quando ci siamo incontrati in Patriarcato, dopo la vostra manifestazione in piazza San Marco. Oggi è un momento di grande letizia, percepisco la grande storia che in questo luogo si è consumata e che è in pieno svolgimento. Poi, i sindacalisti hanno espresso le ansie per il futuro. Stiamo scrivendo un possibile accordo per il futuro del Petrolchimico – ha spiegato Bianco – un elemento fondamentale per dare prospettive a 5.000 lavoratori, quasi tutti sui 40 anni, tutti diplomati o laureati.
Negli ultimi 10 anni – ha detto Paolo Albertin della rsu di Syndial – ci hanno dipinto come i creatori del peggior male della terra. Invece, ci sentiamo semplicemente creatori di reddito e cittadini. Ci hanno messo in un angolo. Prendiamo 1.000 euro al mese e non siamo eroi ma vogliamo pensare al Veneziano come un territorio con un futuro per i nostri figli, che non può essere garantito solo dal turismo, ci vuole anche l’industria. Patriarca ci aiuti e chiami le imprese al rispetto degli accordi, per creare prospettive. Quando un uomo perde il lavoro perde la propria dignità – ha chiosato Franco Baldan segretario provinciale di Filcem-Cgil – eppure c’è chi tenta di cavalcare un referendum contro la chimica, che dobbiamo fermare. I lavoratori del Petrolchimico sono stati i primi ambientalisti, perché si sono sempre battuti per la sicurezza e il rispetto dell’ambiente. Grazie per avere consentito ad un uomo di chiesa di svolgere la propria missione.
Dio si è fatto uomo ed è venuto fra noi per indicarci la via e farci capire che non siamo soli, questo è il senso della mia visita. Non ho le competenze sulle questioni tecniche però come cittadino e come uno di voi posso dire alcune cose. Il vostro sentimento di angoscia per il futuro mi riguarda e deve riguardare ogni cittadino, ogni responsabile di azienda e tutti i rappresentanti delle istituzioni.
Marghera è il nostro problema, non il vostro.
(Michele Bugliari)

[Modificato da malandrine 03/05/2006 14.32]

Malandrine Girls
03/05/2006 14:27
 
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Petrolchimico: "Un incidente ogni 10 milioni d'anni"

Da: "Gente Veneta" , no.16 del 24 Aprile 2006
www.gvonline.it/leggi_id.php?id=2605

Il rischio chimico: una materia molto sentita e di cui spesso si parla; che nella nostra zona è diventata quasi il simbolo del convivere con un'area a rischio. Per il cittadino termini quali rischio, pericolo, danno sono quasi sinonimi. Risulta infatti difficile spiegarne le differenze, indispensabili tuttavia per caratterizzare correttamente una situazione complessa che vede una realtà produttiva unita e intimamente connessa ad un contesto culturale e ambientale unico e collegata ad un'area densamente popolata.
Per tentare una mediazione di comunicazione dal linguaggio dei tecnici, potremmo dire che il pericolo rappresenta la potenzialità intrinseca associata ad una attività; il rischio rappresenta la probabilità che avvenga un determinato evento dannoso; il danno rappresenta la gravità dell'evento considerato.
Dal pericolo al rischio. Prendiamo il fosgene: comunemente possiamo dire che il pericolo è alto, altissimo, mentre il rischio, che dipende dalle modalità operative e dalle sicurezze introdotte, risulta basso. Il punto, spiega Loris Tomiato, dirigente del Servizio Rischio industriale e Bonifiche dell'Arpav, sta proprio nella probabilità che un evento accada. E quindi nel passaggio dal concetto di pericolo a quello di rischio.
«A Marghera, pur essendo in presenza di attività che coinvolgono sostanze pericolose, esiste uno sfasamento tra il rischio percepito ed il rischio reale», spiega l'ing. Tomiato. «Inoltre va specificato che vi sono due diverse tipologie di rischio da considerare: il rischio acuto, ovvero la possibilità, ancorché remota, di un evento incidentale di grave entità che abbia ripercussioni immediate sull'uomo, ed il rischio cronico, ovvero la possibilità che lievi emissioni, anche del passato, possano in tempi lunghi avere un effetto sull'uomo e sull'ambiente».
Prevenzione e protezione. Oggi la percezione della popolazione nei riguardi della presenza delle industrie risente della storia particolare che abbiamo vissuto negli ultimi 50 anni, delle conoscenze tecniche e delle informazioni ricevute incrociando sensibilità collettive con il vissuto personale. «In realtà, per considerare in maniera corretta i rischi cui la popolazione è soggetta per la presenza di impianti chimici, vanno valutati i due aspetti principali che caratterizzano la diminuzione del rischio: la prevenzione e la protezione», sintetizza il tecnico dell'Arpav.
Una volta ogni 10 milioni di anni. La prevenzione si basa sul continuo miglioramento tecnologico, sulla manutenzione degli impianti e sulla corretta gestione degli stessi, al fine di evitare l'accadimento di un incidente. (la probabilità di accadimento di un determinato evento). «Il centro urbano di Marghera, ad esempio, rientra in un'area in cui il rischio associato di letalità è inferiore all'ordine di grandezza di 10 alla meno 7, ovvero la frequenza stimata di un tale evento è inferiore ad una volta ogni dieci milioni di anni», nota Tomiato. Scenari di questo tipo non vengono neppure studiati dalla Protezione civile, perché ritenuti così remoti da essere poco credibili.
La protezione d'altro canto si realizza cercando di contenere e diminuire le aree di impatto di un evento: si possono cercare di diminuire le quantità di sostanza pericolose coinvolte o di arretrare le installazioni e di far assumere comportamenti corretti in caso di eventi incidentali nell'intorno delle aree interessate. A questo mirano le corrette attuazioni del Piano di Emergenza Esterno e la corretta informazione alla popolazione.
Rischio fosgene entro la zona industriale. Qual è la rappresentazione del rischio? Come si fanno questi conti? Per rendere agevole la visualizzazione di questi concetti il rischio viene comunemente rappresentato attraverso mappe che descrivono le diverse aree interessate da eventi, associando agli stessi un indicazione della probabilità di accadimento. E' sulla base di queste considerazioni che l'ing. Tomiato ritiene che, se si parla di rischio in riferimento al fosgene, questo se riferito alla letalità e ad eventi credibili sia contenuto all'interno del perimetro dell'area industriale. Per quanto riguarda il fosgene infatti, la distanza tra gli impianti e le prime zone abitate di Malcontenta è di circa 3-4 km.
La situazione è governata? Ma allora, alla vigilia di un sondaggio, se non di un referendum, sulla chimica del cloro a Porto Marghera, quanto alto è il rischio di questi impianti per il territorio? Per l'ing. Tomiato la domanda da porsi è: l'insieme degli attori pubblici e privati mettono il cittadino di Malcontenta o quello di Mestre nelle condizioni di ritenere governata e sostenibile la situazione di Porto Marghera? «Discende infatti dall'idea di territorio e dalla politica industriale la ricerca di un equilibrio, se possibile. Perché altrimenti il problema che oggi può essere percepito sul fosgene, domani potrebbe essere l'ammoniaca, poi l'acetoncianidrina, poi l'acrilonitrile, agendo sempre sulla sensibilità senza governare il tema».
Aziende più mature. Da parte sua l'ing. Tomiato ritiene che le aziende nel tempo siano maturate: «La cultura della sicurezza, in quest'area, è ormai più sviluppata che altrove. Ma comunque la tensione sul tema dell'affidabilità delle installazioni e dei controlli conseguenti deve essere tenuta alta». Gli impianti sono normalmente ben tenuti, ma il sistema deve essere in grado di migliorare continuamente, con particolare riferimento alle interconnessioni nate diverse anni fa. Tanto più nell'ottica della frantumazione delle proprietà degli impianti: se un tempo infatti il Petrolchimico stava tutto sotto uno stesso marchio, una stessa proprietà, la mutata politica industriale di Enichem ha portato a una frammentazione degli impianti con conseguente frammentazione di responsabilità cui non può solamente supplire il pubblico.
Semplificare le competenze. E anche nel campo del pubblico forse servirebbe una semplificazione delle competenze. «In Italia - spiega Tomiato - il controllo pubblico non è certo in una condizione di subalternità rispetto, ad esempio, alle realtà francese e tedesca. Ma gli attori pubblici sono molteplici: la Prefettura, il Comune, la Regione, la Provincia hanno ognuno delle competenze; poi ci sono i Vigili del Fuoco, lo Spisal, l'Arpav, l'Ispesl...».
E le aziende? Per il tecnico hanno bisogno di sicurezze, unica condizione per indurle a continuare nell'opera di manutenzione e riammodernamento degli impianti, imprescindibile per il loro permanenza nell'area.
Paolo Fusco
Malandrine Girls
04/05/2006 05:08
 
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e poi?dicono??????????
e poi dicono che i nomi non significano nulla e non si possono cambiare????????????????ma che l'ha detto? io adoro??anam?non pare ma è così'?adesso mi pongo una domanda sul dramma,(anzi sui 3-4 drammi che dovrebbero essere i ns. futuri tormentoni mensili)il fosgene by iononoio-il mario poi 2 falconaramarittima by sterlyzia laura unsognoperdomani poi 3 tarantoe brindisi dossier odessa by rita & assistent?manaers! poi la cittadinanza onoraria sia del tibet che del nepal?????????e spero risorga la monicindia??da bobbio in canton e poi katmandhù? epoi il dott Hamer e quindi i libri delle soluzioni e da sviscerare ed apprendere come il tao del daniel reid epoi in bene l'esempio clamoroso di anam,cosà-è'?cosa dice? cosa significa?cosa deve darci? ect ect ect ect ) adesso tornando ai nomi (dopo il colors dell'uomo negro è ttutto un programma e una considreazione che ci hanno imposto gli opposti e i contrari ,tutti sti semi e simuniti di sinonimi?) allora i nomei a Marghera,ma perchè' DIO;quello dell'anagrafe ha chiamato il Patriarca SCOLA(dalla scuola di Luciani e roncalli???) eporcù' ,quello di marghera??????????chi risponde per ultimo ?????????vince qualcosa?si se viene quì' a Phuket,non lo voglio enache incontrare????????????????????????capito mi hai?sassari adesso tutti i ntuoi sassi,compresi quelli di matera e marghera????????? [SM=g27996] [SM=g27997] [SM=g27998] [SM=g27999] [SM=g28003] [SM=g27990] [SM=g27988] [SM=g27989]
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10/10/2008 08:33
 
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PER BETTY BLU DA MARCON MESTREVENEZIA
CARA BETTY DOVRESTI STAMPARE QUESTA BELLA CARTINA DEL FOSGENE E STAMPARLA CON IL POST DELLE MALANDRINE DEL O NEL MONDO DEL DOTT hMAER ED ENTRAMBE DARLE E DONARLE AL MIO FRATERNO AMICO E IMPORTANTE ESSERE UMANO COME gIANNI CASONI E POI A SUA MOGLIE DONNA nanda E A mARCO E POI ANCHE A fRANCO DE' PICCOLI L'OLIMPIONICO DI ROMA 1960 ORO DEI MASSIMI DELLA BOXE DA CAMPALTO ve??pERCHE' TUTTO QUESTO???PERCHE' PER CAPIRE I NOSTRI MALI BISOGNA ANCHE SCAVARE NELLE RADICI E IN QUELLO CHE LA VITA CI RISERVA E CI ASSEGNA E SE RESTIAMO RADICATI ALLE NOSTRE CORIACEE E DURE E OTTUSE CONVINZIONI??ALLORA IL MALE CHE CI ARRIVA E' ANCHE COLPA NOSTRE SINGOLARMENTE CHE NON SAPPIAMO OBBIETTIVAMENTE FARCENE UNA NECESARIA E IMMEDIATA RAGIONE DI VITA????
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23/05/2009 05:58
 
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che ora e'?????????????????????
marghera??e' sempre una bella pattumiera!!!peccato che NON sia nei dintorni parteniopei e dalle parti del gransasso???cosi'anche i CAYmani se ne awwedono?????awete sentito della Panafff ultimaMENTE???? [SM=g27996] [SM=g27997] [SM=g27999] [SM=g28001] [SM=g27991] [SM=g27992] [SM=g27994]
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28/06/2009 14:01
 
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vecch'IO scarpone!!quanto TEMPO e' passato???????????
di certo al muro di Marghera ci sara' sempre quella bomba a cielo aperto???
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