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Trucchi e programmi

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    malandrine
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    00 19/04/2006 16:13
    The Gimp

    Gimp è acronimo di GNU Image Manipulation Program. È un potente programma di grafica Open Source, sviluppato inizialmente per Linux e poi convertito anche per le piattaforme Apple e Windows.
    Il programma è completamente gratuito e si presenta con funzioni di buon livello per il fotoritocco e la manipolazione delle immagini.
    Il suo utilizzo è indicato in particolare per applicazioni destinate al video e per il web publishing, dato che al momento non supporta a pieno la modalità di lavoro in CMKY, necessaria per la stampa offset in quadricromia.
    È comunque uno strumento potente in alternativa a blasonati e costosi software sulla scena della grafica digitale. Per questo i professionisti della grafica con budget limitati e tutti coloro che necessitano di uno strumento valido ed economico per lavorare, possono trovare in The GIMP una soluzione.

    La versione per windows
    www.gimp.org/windows/
    installare prima - Individual .zip packages for GTK+, GLib and other libraries
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    malandrine
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    00 19/04/2006 16:15
    GRAFICA

    InsKscape
    Programma di grafica vettoriale Open Source, applicazione per il disegno che utilizza espressioni matematiche (vettori) per memorizzare gli oggetti grafici realizzati dall'utente.
    Il principale vantaggio dei programmi di grafica vettoriale è che ogni oggetto, forma, riempimento, linea o contorno realizzato può essere ridimensionato facilmente e senza perdita di qualità, in quanto gli oggetti sono definiti a prescindere dal concetto di pixel e di risoluzione.
    Inkscape è un programma semplice e decisamente usabile con cui è possibile realizzare moltissimi progetti: si possono creare layout per siti web, banner e loghi, si possono impaginare volantini o vettorializzare immagini bitmap.

    La versione per Windows
    prdownloads.sourceforge.net/inkscape/Inkscape-0.43-2.win32.exe?...
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    malandrine
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    00 19/04/2006 16:17
    TRUCCHI E SEGRETI DI GOOGLE


    Il popolarissimo motore di ricerca è ricco di scorciatoie poco conosciute per affinare le ricerche, che però possono anche carpire informazioni riservate incautamente pubblicate sul Web. Dietro le quinte dell'oracolo di Internet

    Sai di essere arrivato al successo quando qualcuno usa il tuo marchio come se fosse un verbo; e non c'è dubbio che Google, partorito da due studenti della Stanford University, Sergey Brin e Larry Page, nell'ormai remotissimo 1998, il successo l'abbia in pugno. Ormai il verbo googlare è diventato di uso comune, perlomeno fra gli internettari, come sinonimo efficiente e telegrafico dell'ingombrante "svolgere una ricerca su Internet utilizzando un motore di ricerca".
    Nonostante la sua popolarità, è raro che Google venga utilizzato spremendone al massimo le potenzialità per ottenere risultati precisi e utili; molti utenti non conoscono le sue opzioni, per cui si limitano a immettere qualche parola chiave sperando che basti. Ma in questo modo capita spessissimo di googlare su un argomento e trovarsi sommersi di pagine irrilevanti, rendendo futile la ricerca. Ottenere 10.147 risultati è come non averne nessuno. Ci vuole un trucco per scremare quei risultati.
    Google, per fortuna, offre un repertorio di trucchi e affinamenti davvero vasto. Ma molti di questi trucchi sono sfruttabili per reperire informazioni che in teoria non dovrebbero essere accessibili a chiunque, ma finiscono sbadatamente pubblicate sul Web grazie alla poca competenza di tanti webmaster e responsabili informatici.

    Aghi nei pagliai
    Cominciamo con le tecniche più semplici ma ciononostante poco conosciute (pur essendo documentate) per cercare meglio con Google. La prima è l'uso delle virgolette, che ricerca le parole soltanto nell'esatta sequenza anziché includere anche le pagine in cui le parole compaiono in ordine sparso. Per esempio, trovare una citazione famosa, un termine tecnico o informazioni su un personaggio celebre è più facile se si racchiudono le parole tra virgolette: "leonardo re cecconi" produce soltanto risultati utili (se non sapete chi era, vi siete persi un pezzo di storia della radio che ci ha lasciato troppo, troppo presto); senza le virgolette, invece, quelle pagine utili si perdono fra cinquecento altri risultati.
    Un'altra tecnica utile è l'uso del segno "meno" per escludere le pagine di Internet che contengono un termine, in modo da rendere meno ambigua la ricerca. Per esempio, se volete informazioni sulla margherita (il fiore), potete specificare margherita -pizza -politica. Anche l'asterisco è un aiutante prezioso: può sostituire una parola intera come se fosse un jolly. Non vi ricordate se nel celebre scioglilingua la capra campa quando sta sopra o sotto la panca? Googlate "* la panca la capra campa" (virgolette comprese).
    Se vi serve restringere la ricerca all'interno di un sito specifico, potete usare il prefisso "site:" seguito dal nome del sito. Per esempio, "franco malerba" site:nasa.gov elencherà tutte le pagine del sito della NASA che parlano dell'astronauta italiano recentemente trasformatosi in attore (non lo sapevate? Googlate). Quest'opzione è così efficace che vale la pena di usarla anche quando il sito specifico dispone di un proprio motore di ricerca, e funziona anche sui suffissi dei nomi di dominio, per cui potete usarla per restringere la ricerca ai soli siti ".it", ".com" e così via: ricordate di togliere il punto prima del suffisso, come in site:it.
    Ci sono anche delle tecniche di ricerca basate più sul buon senso che sui codici: se siete a corto di risultati utili, ricordate di cercare non soltanto il singolare ma anche il plurale dei termini, e se vi serve un dato statistico, formulate la ricerca come una risposta alla vostra domanda: per esempio, se volete sapere la durata media della vita in Italia, non digitate "qual è la durata media della vita in Italia", ma "la durata media della vita in Italia è".
    Google offre anche sfogo alle piccole vanità. Alzi la mano chi non ha mai cercato il proprio nome e cognome in Google, per cercare omonimi o per vedere quanto si è conosciuti (o malfamati) in Rete. Ma si può fare di più. Per esempio, per sapere quanti altri siti citano il vostro sito degnandolo di un link, immettete in Google "link:" seguito (senza spazi) dal nome del vostro sito. Per sapere quanti più semplicemente ne citano il nome, è sufficiente immetterlo fra virgolette in Google, completo di eventuali prefissi e suffissi www, com, it e via dicendo. Soddisfatti?

    Spiare senza sporcarsi le mani
    Ci sono però alcune opzioni di Google che si prestano a usi potenzialmente pericolosi. Per esempio, specificare filetype consente di restringere la ricerca a un tipo specifico di file (Google non si limita a esplorare i file HTML, ma cataloga anche molti altri tipi di file). In questo modo potete sapere quanti documenti Word, per esempio, sono presenti in un sito, e poi prelevarli alla ricerca di informazioni lasciate involontariamente nei file (come ben sa Tony Blair). Per Googlare in questo modo il sito della Camera, giusto per citarne uno gustoso, la sintassi è filetype:doc site:www.camera.it.
    Un altro trucco per stupire gli amici e aggirare i filtri sempre più frequentemente installati nei siti istituzionali e aziendali è usare la funzione di traduzione di Google. Per esempio, un sito come Playboy.com può essere oscurato dal filtro per ovvie ragioni, mentre per ragioni altrettanto ovvie Google non viene mai filtrato. Basta usare la sintassi translate.google.com/translate?u=www.playboy.com&langpair... per dire a Google di visitare per noi Playboy.com e "tradurre" dall'inglese... all'inglese, ossia lasciare il sito intatto. Il filtro rileva che stiamo consultando Google e quindi lascia passare il traffico "proibito".
    Ma questo è soltanto l'inizio: a questo punto entrano in gioco gli errori comuni dei responsabili dei siti. Capita più spesso di quanto potreste immaginare che un amministratore di un sito metta nelle directory accessibili via Web anche documenti che non vorrebbe in realtà pubblicare: un classico esempio è dato dai "coccodrilli" preparati dai quotidiani online in caso di morte di personaggi in vista, che ogni tanto fanno capolino in Rete.
    Il "ragionamento", per così dire, è che se un documento non è linkato, non verrà trovato. Peccato che invece Google lo trovi eccome, specialmente se il server Web è configurato in modo che quando una directory del sito non ha una pagina di default, il visitatore veda l'elenco completo dei file presenti in quella directory, intitolato quasi sempre "Index of" o "Directory of" oppure contenente la frase "parent directory". Di conseguenza, Googlare per esempio intitle:"index of" site:it password ci regala un bell'elenco di siti italiani inopportunamente configurati, le cui directory contengono file il cui nome include password. Indovinate cosa ci sarà spesso in quei file?
    Ovviamente password non è l'unica parola chiave interessante: basta liberare la fantasia e avere un po' di competenza informatica per trovarne altre altrettanto ghiotte: passwd, htpasswd, htaccess, autoexec.bat, e così via. Ironicamente, anche robots.txt, il file che si mette in una directory per non farla catalogare da un motore di ricerca, è un appiglio per gli aggressori, perché la sua presenza indica che la directory contiene del materiale che non si vuol far vedere e quindi è appetibile. Purtroppo non tutti si rendono conto che il file robots.txt si limita a chiedere ai motori di ricerca di non catalogare una directory, ma non vieta affatto l'accesso tramite browser ai file di quella directory, se se ne conosce il nome o il contenuto.
    Un'altra googlata preferita dai curiosi è "not for distribution" confidential: è impressionante notare quanti documenti etichettati "riservato - da non distribuire" siano in realtà liberamente consultabili via Internet. Il caso di una frase ricorrente di FileMaker Pro ("Select a database to view"), usata in Google per rivelare un file contenente dati medici sensibili negli USA, è un altro tipico esempio di questo genere di problemi. Per trovare altre frasi-chiave basta pensare ai testi standard usati dai più diffusi programmi che generano documenti pubblicabili sul Web.
    Si può offrire un appiglio a un aggressore anche senza essere così incoscienti da lasciare che Google pubblichi le proprie password o i propri database riservati. Sapere l'esatta versione di software utilizzata da un server Web, per esempio, è utilissimo per studiare un attacco su misura. Infatti un aggressore che conosca una vulnerabilità esistente in una specifica versione di un server Web cercherà siti che usino quella versione e non abbiano installato gli opportuni aggiornamenti: se il sito è mal configurato, all'aggressore basta digitare in Google intitle:"welcome to IIS 4.0", o una stringa equivalente per Apache (intitle:"Index of" "Apache" "server at") o per altri server Web, per ottenere un elenco dei siti che usano la versione di software vulnerabile.

    Se la porta non è chiusa a chiave
    L'ironia di tutte queste falle è che in realtà, secondo la legislazione di molti paesi, non si tratta neppure di intrusioni vere e proprie. Per accedere ai dati riservati, infatti, non occorre superare alcuna protezione: sono lì, offerti da Google, magari addirittura nella sua cache, per cui si possono leggere senza neppure allertare il sito della visita indesiderata. L'intrusione avviene, dal punto di vista della legge, soltanto se l'intruso ha superato una ragionevole forma di protezione (mettere un cartello "vietato entrare" non è una forma ragionevole di protezione). Se il responsabile di un sito non chiude a chiave la porta, insomma, non può neppure lamentarsi di fronte alla legge quando qualcuno gli entra in casa.
    Arrabbiati? Indignati? Lo so. La tentazione di prendersela con chi divulga queste ed altre falle in guide come The Google Hacker's Guide e Searchlores è comprensibile, ma è l'equivalente online di sparare al messaggero per non sentire le cattive notizie. Il fatto è che le falle non vengono in realtà divulgate da queste guide, perché sono già stranote da tempo a chi fa dell'aggressione informatica uno stile di vita: con queste pubblicazioni, e con articoli come quello che state leggendo, vengono semmai segnalate anche agli utenti onesti. Non segnalarle significherebbe lasciare inermi i responsabili dei siti Web, che non saprebbero mai dell'esistenza di questi problemi e della necessità di rimediarvi. E i rimedi esistono: basta applicarli.
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    malandrine
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    00 19/04/2006 19:24
    Possiamo mettere fine agli allegati Word


    Non vi arrabbiate anche voi quando ricevete per posta elettronica un documento Word? Gli allegati Word sono fastidiosi, ma soprattutto impediscono alle persone di passare al software libero. Forse possiamo mettere fine a questa pratica, con un semplice sforzo collettivo. Tutto quello che dobbiamo fare è chiedere a chiunque ci mandi un file Word di riconsiderare il suo modo di fare.
    Richard M. Stallman
    Fonte: www.gnu.org/philosophy/no-word-attachments.it.html

    2 marzo 2005
    La maggior parte degli utilizzatori di computer usa Microsoft Word. Questo è un problema per loro, perché Word è un software proprietario, che nega ai suoi utenti la libertà di studiarlo, modificarlo, copiarlo e ridistribuirlo. Inoltre, visto che Microsoft cambia il formato dei file di Word ad ogni versione, i suoi utenti sono intrappolati in un meccanismo che li obbliga ad acquistare ogni aggiornamento, che desiderino cambiare o meno. Potrebbero anche scoprire, tra qualche anno, che i documenti Word che scrivono oggi non sono più leggibili con la versione di Word che staranno usando allora.

    Ma questo è anche un comportamento dannoso per noi nel momento in cui, presumendo che anche noi usiamo Word, ci mandano documenti in Word (o chiedono a noi di mandarne a loro). Alcune persone pubblicano o spediscono documenti in formato Word. Alcune organizzazioni accettano file solo se in formato Word: una persona che conosco non ha potuto proporsi per un lavoro, perché i curricula dovevano essere presentati come file di Word. Addirittura, talvolta i governi impongono il formato Word al pubblico, il che è veramente oltraggioso.


    Per noi, utilizzatori di sistemi operativi liberi, ricevere documenti Word è un fastidio. Ma l'impatto peggiore dello spedire documenti Word è sulle persone che potrebbero passare a sistemi liberi: queste persone esitano, perché sembra loro di aver bisogno di Word per poter leggere i file che ricevono. La pratica di usare il formato segreto di Word per lo scambio di documenti impedisce la crescita della nostra comunità e la diffusione della libertà. Mentre noi percepiamo un fastidio occasionale per aver ricevuto un documento Word, raramente ci rendiamo conto di questo danno continuo e persistente per la nostra comunità. Eppure questo avviene continuamente.


    Molti utilizzatori di sistemi GNU che ricevono documenti Word cercano di trovare modi di gestirli. È possibile trovare del testo ASCII alquanto offuscato scrutando nel file. Oggi esiste del software libero in grado di leggere un sottoinsieme dei documenti Word. Eppure il formato è segreto, e non è stato completamente decodificato; fino a quando Microsoft continuerà a cambiare il formato, non ci possiamo aspettare che questi programmi raggiungano la perfezione.


    Se pensate al documento che avete ricevuto come ad un evento isolato, è naturale tentare di affrontare il problema per conto proprio. Ma quando lo si riconosce come un esempio di una pratica dannosa e sistematica, si impone un altro approccio. Trovare un modo per leggere il file è come alleviare un sintomo di una malattia cronica. Per curare la malattia, dobbiamo convincere le persone a non inviare o pubblicare documenti Word.


    Per circa un anno, ho preso l'abitudine di rispondere agli allegati Word con un messaggio educato, che spiega perché la pratica di spedire file di Word è male, e chiede al mittente di rispedire lo stesso materiale in un formato non segreto. Questo è molto meno faticoso che cercare di leggere il testo ASCII semioffuscato in un file Word. Trovo che le persone normalmente capiscono il problema e molti mi dicono che non manderanno più file di Word ad altri.


    Se tutti lo facciamo, avremo un effetto molto più ampio. Chi non dà peso ad una richiesta educata, potrebbe cambiare opinione quando riceve molte richieste educate da diverse persone. Potremmo riuscire a dare a "non mandare file Word" lo status di netiquette, se iniziamo a sollevare sistematicamente il problema con chiunque ci mandi un file di Word.


    Per rendere questo sforzo efficiente, probabilmente vorrete preparare una risposta precotta, che potrete mandare rapidamente ogni volta che sia necessario. Allego due esempi: la versione che ho usato di recente, e una nuova versione che spiega ad un utilizzatore di Word come convertire il file in altri formati utilizzabili.


    Se volete, potete usare queste risposte così come sono, oppure personalizzarle, o scrivere le vostre. L'importante è che costruiate una risposta che si adatti alle vostre idee ed alla vostra personalità - se le risposte sono personali e non tutte uguali, la campagna sarà più efficace.


    Queste risposte sono pensate per individui che inviano file di Word. Quando incontrate un'organizzazione che impone l'uso del formato Word, si impone un altro tipo di risposta; allora potete sollevare questioni di equità che non si applicano alle azioni di un individuo.


    Con i nostri numeri, semplicemente chiedendo, possiamo fare la differenza.


    Hai mandato un allegato nel formato Microsoft Word, un formato segreto e proprietario, e per questa ragione non posso leggerlo. Se mi mandi puro testo, HTML, o PDF, allora potrei leggerlo.


    Mandare alle persone documenti in formato Word ha effetti negativi, perché questa pratica le spinge ad usare software Microsoft. Di fatto, diventi un puntello del monopolio di Microsoft. Questo specifico problema è un notevole ostacolo ad una più ampia adozione del sistema operativo GNU/Linux. Vorresti per favore riconsiderare l'uso del formato Word per comunicare con altre persone?



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    Hai mandato un allegato nel formato Microsoft Word, un formato segreto e proprietario, e per questa ragione non mi è facile leggerlo. Se mi mandi puro testo, HTML, o PDF, allora sarò in grado di leggerlo.

    Distribuire documenti in formato Word è male per te e per gli altri. Non puoi essere sicuro di quale aspetto avrà il documento se qualcuno lo guarda con una diversa versione di Word, e potrebbe addirittura non essere leggibile del tutto.


    Ricevere allegati Word è male per te perché possono trasportare dei virus (vedi www.symantec.com/avcenter/venc/data/acro.html). Spedire allegati Word è male per te, perché un documento Word include normalmente informazioni nascoste sull'autore, che mettono chi lo sa in condizione di curiosare nelle attività dell'autore (magari nelle tue). È possibile che del testo che pensi di aver cancellato sia ancora presente, mettendoti in imbarazzo. Vedi www.microsystems.com/Shares_Well.htm per maggiori informazioni.


    Ma soprattutto, mandare alle persone documenti Word li spinge ad usare software Microsoft, e aiuta a negare loro la possibilità di scegliere. Di fatto, diventi un puntello del monopolio di Microsoft. Questo specifico problema è un ostacolo ad una più ampia adozione del sistema operativo GNU/Linux. Vorresti per favore riconsiderare l'uso del formato Word per la comunicazione con altre persone?


    Convertire un file in HTML è semplice. Apri il documento, clicca su File, e poi Salva con Nome (Save As), e nel menù a tendina Tipo di File (Save As Type) in fondo alla finestra di dialogo scegli documento HTML, o pagina Web. Poi clicca su Salva (Save). Poi puoi allegare il tuo nuovo documento HTML invece di un documento Word. Tieni conto che le versioni di Word cambiano in modi inconsistenti - se noti lievi differenze nei nomi delle voci di menù, provale.


    Convertire in puro testo è quasi la stessa cosa - invece di documento HTML, scegli Solo Testo (Text Only) o Documento di Testo (Text Document) come Tipo di File (Save As Type).



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    Ecco un altro approccio, suggerito da Bob Chassell. Deve essere modificato per adattarlo al caso specifico, e richiede che si abbia un modo per estrarre i contenuti e vedere quanto sono lunghi.

    Sono perplesso. Perché hai scelto di mandarmi 876,377 byte nel tuo recente messaggio, quando il contenuto è solo 27,133 byte?


    Mi hai mandato cinque file nel formato non standard e gonfiato .doc, che è un segreto di Microsoft, invece che in puro testo, il formato internazionale, pubblico e più efficiente.


    Microsoft può fare in modo (e lo ha fatto recentemente, in Kenya e Brasile) che la polizia locale faccia rispettare leggi che proibiscono agli studenti di studiare il codice, proibiscono agli imprenditori di avviare nuove società, e proibiscono ai professionisti di offrire i loro servizi. Per favore, non dargli il tuo supporto.



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    John D. Ramsdell suggerisce di scoraggiare l'uso di allegati in formato Microsoft Word e PowerPoint con una breve nota nel proprio file .signature:

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    Per favore non mandatemi allegati in Word o PowerPoint.
    Si veda www.fsf.org/philosophy/no-word-attachments.html

    Note:

    Copyright © 2002 Richard M. Stallman

    La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrità sono permesse senza royalty con qualsiasi mezzo, a condizione che la nota sul copyright e questa nota siano riprodotte.


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    malandrine
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    00 19/04/2006 19:26
    The Gimp: un potente software di manipolazione delle immagini

    Chi di noi non ha mai avuto tra le mani una fotografia digitale su cui si volevano apportare delle modifiche o correzioni?Il mondo dell'opensource ci viene in soccorso anche questa volta con un software completamente free che nulla ha da invidiare ai suoi concorrenti a pagamento. Stiamo parlando di "The Gimp" ( G eneral I mage M anipulation P rogram). In questo articolo una breve panoramica sul software, l'installazione e la configurazione.
    Mattia Milani
    Fonte: www.datamanager.it/articoli.php?idricercato=14365

    8 marzo 2006
    Chi di noi non ha mai avuto tra le mani una fotografia digitale su cui si volevano apportare delle modifiche o correzioni? Oggi infatti la diffusione delle macchine fotografiche digitali ha di gran lunga superato quella delle tradizionali fotocamere a pellicola. Da un po' di tempo infatti il digitale la fa da padrone anche nel mondo delle reflex, che è stato l'ultimo a cedere alla nuova tecnologia proprio per la versatilità che le "vecchie" fotocamere reflex a pellicola potevano offrire rispetto alle piccole compatte digitali superautomatiche.
    Dopo aver riversato su pc le immagini realizzate, molto spesso si ha la necessità di eseguire delle correzioni e per farlo è necessario utilizzare un software di fotoritocco. Esistono molti prodotti estremamente validi adatti allo scopo, ma trattandosi di software professionali usati principalmente da fotografi e grafici professionisti anche i loro costi sono decisamente elevati e difficilmente giustificabili per un uso personale.
    Il mondo dell'opensource ci viene in soccorso anche questa volta con un software completamente free che nulla ha da invidiare ai suoi concorrenti a pagamento. Stiamo parlando di "The Gimp" ( G eneral I mage M anipulation P rogram).
    Il software è liberamente scaricabile dal sito ufficiale del progetto all'indirizzo www.gimp.org/ ed è disponibile in versione Linux, Windows e MacOS X.
    Per installare la versione Linux è sufficiente scaricare l'ultima release disponibile, estrarre l'archivio e digitare:

    ./configure
    make
    make install


    La versione Windows è disponibile in un file eseguibile autoinstallanete, mentre per la versione MacOSX sono disponibili differenti modalità di installazione descritte all'indirizzo: www.gimp.org/macintosh/
    Una volta terminata l'installazione ed avviato il software si presenta all'utente la toolbox principale dell'applicazione da cui è possibile controllare la maggior parte delle funzioni del software. Le icone utilizzate per rappresentare le varie opzioni riprendono i modelli utilizzati nei principali programmi di fotoritocco, rendendo facile il passaggio a Gimp anche da parte di utenti abituati ad utilizzare software di altri produttori.
    Di seguito si riporta un elenco contenente alcune delle principali funzioni di Gimp:


    * Gestione della memoria ottimizzata per migliorare le prestazioni del sistema
    * Supporto completo per gli Alpha channel
    * Gestione del lavoro mediante livelli e canali
    * Storico delle operazioni
    * Numero illimitato di immagini aperte contemporaneamente
    * Supporto di tutti i formati grafici (gif, jpg, png, tiff, tga, pdf, pcx, bmp, ecc)
    * Più di 100 plug-in disponibili per aumentare le funzioni base del software


    Queste sono solo alcune delle caratteristiche disponibili in The Gimp. La documentazione completa del software è disponibile all'indirizzo: www.gimp.org/docs/
    Questo prodotto rappresenta quindi una valida alternativa per tutti quegli utenti che vogliono disporre di un programma potente per modificare e gestire le proprie immagini digitali senza però investire in costosi software professionali.


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    malandrine
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    00 19/04/2006 19:28
    Usare i plug-in di Photoshop anche con The GIMP


    E' ora possibile eliminare la principale barriera che scoraggiava i grafici dall'usare The GIMP
    Fabrizio Pani
    Fonte: programmazione.it/index.php?entity=eitem&idItem=33403

    14 aprile 2006
    E' ora possibile eliminare la principale barriera che scoraggiava i grafici dall'usare The GIMP, ovverosia la mancanza di compatibilità fra il famoso software di fotoritocco open source ed i plug-in di Photoshop. La barriera è stata superata grazie ad Adobe e al suo SDK e soprattutto a Tor Lillqvist, colui che ha sviluppato PSPI (Photoshop Plugin Interface). Si tratta di un plug-in da installare in GIMP il cui sviluppo è cominciato nel lontano 2001, ma che soltanto dal marzo scorso è stato rilasciato nella sua versione per Linux.

    Per la compilazione dei sorgenti è però richiesto il Software Development Kit di Photoshop, che tra l'altro dalla versione 7 viene rilasciato solo dietro approvazione di Adobe, con una clausola che ne impedisce la redistribuzione.


    Una volta scaricato PSPI per la piattaforma desiderata, lo si deve semplicemente spostare nella cartella libgimp2.0plug-ins di GIMP, dopo di che sarà accessibile dal menu Xtns | Photoshop Plug-in Settings....

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    malandrine
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    00 26/04/2006 17:25
    OPEN OFFICE
    Sull’esempio di The Gimp o di Mozilla, ecco un altro gioeillino gentilmente offerto dalla comunità del software libero, risultato di un lavoro collaborativo condotto con impegno e costanza.
    OpenOffice è anche una scommessa vinta: rappresenta l'uscita del modello di sviluppo open source dall'isolamento delle applicazioni per server per approdare sui desktop di tutti. E' frutto di un lavoro congiunto di una comunità di volontari e di sviluppatori professionisti appartenenti alle più diverse aziende del mondo del software libero.

    OpenOffice non è solo una copia di Office a costo zero. Tutti i software della suite supportano, e sono i primi a farlo, il formato OpenDocument che facilita lo scambio di documenti tra applicazioni differenti. Per raggiungere la massima accessibilità vengono utilizzati formati compatibili, come il pdf di Adobe o flash di Macromedia. I documenti creati con OpenOffice sono per questo visualizzabili ovunque, su qualsiasi piattaforma. Lo stesso programma viene rilasciato per sistemi Linux, Mac e Windows; l'interfaccia alla fine sarà tradotta in più di cinquanta lingue differenti; il codice sorgente, la "lingua" con cui è scritto il programma, è aperto e visibile a chiunque, una garanzia di sicurezza e affidabilità dei dati.

    OpenOffice fa proseliti soprattutto nelle pubbliche amministrazioni, sempre più attratte dai software liberi. Il governo brasiliano ne caldeggia l'utilizzo, è utilizzato da una parte dell'amministrazione francese e dalla municipalità di Vienna. Lo stato americano del Masschussets ha di recente deciso di bandire dai suoi uffici tutti i software incompatibili con formati OpenDocument o PDF, e Office è tra questi. In Italia diversi comuni e province hanno adottato provvedimenti per favorire l'uso di questo e di altri programmi open source nei propri uffici.

    OpenOffice.org (il suffisso .org è inserito a causa di una disputa sul marchio) è una suite di software libero e può essere classificato come software di produttività personale. È basato sul codice della versione 5.2 di StarOffice, che dopo l'acquisizione da parte di Sun Microsystems è stato rilasciato con licenza libera. Più precisamente, il codice è soggetto ad una duplice licenza (GPL e LGPL; la licenza SISSL, precedentemente usata con le altre due, è stata abbandonata da Sun), e l'utente finale può scegliere quale adottare. L'abbreviazione "ufficiale" è OOo.

    Il progetto ha come obiettivi quelli di fornire a tutti gli utenti un ottimo prodotto libero che possa competere con i prodotti commerciali attualmente dominanti in questo settore. Ha la caratteristica di essere compatibile con i formati di file di Microsoft Office, ma dispone anche di formati nativi basati su XML che, grazie all'utilizzo di un algoritmo di compressione (si tratta dell'LZW, lo stesso dei file "ZIP"), hanno dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla concorrenza.

    Sono supportate ufficialmente versioni per GNU/Linux, Microsoft Windows, Solaris e Mac OS X (la versione attuale su Mac OS richiede l'uso di X11), ma è possibile installarlo anche su altri sistemi operativi.

    È disponibile in 44 versioni linguistiche ufficiali, a cui si aggiungono progetti di localizzazione "regionali" come la traduzione in lingua zulu sponsorizzata dal governo sudafricano.

    L'ultima versione rilasciata è la 2.0.2 (pubblicata il 27 febbraio 2006) che include:
    Writer (word processor e editor HTML WYSIWYG)
    Calc (foglio di calcolo)
    Draw (programma di grafica vettoriale)
    Impress (programma per creare presentazioni)
    Math (editor di formule matematiche)
    Base (database)
    Registrazione di Macro
    Esportazione ed importazione nei formati PDF, Macromedia Flash, DocBook XML, Microsoft Office, SVG.

    Un vero gioellino.... provatelo!
    E chiedete alle amministrazioni locali di utilizzarlo!!!!

    OpenOffice.org 2.0.1 in italiano
    it.openoffice.org/
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